No War, la scuola italiana dice no alla guerra. È il messaggio diffuso, immediatamente dopo i primi bombardamenti e l’esplosione della nuova guerra in Ucraina, in tutta Italia dal primo e più importante luogo educativo, in cui si formano le coscienze civili e il futuro, in prima linea perché un futuro degno di esser chiamato tale possa esserci. Per le attuali e le future generazioni. Tra queste le Scuole Secondarie di Primo Grado dell’Istituto Omnicomprensivo “Ridolfi-Zimarino” di Casalbordino, Scerni e Pollutri. Un messaggio chiaro e netto, deciso e forte. A cui sta seguendo una mobilitazione che sta coinvolgendo le scuole e le università di tutta Italia.
In un’ideale staffetta tra le scuole dell’Istituto Omnicomprensivo Ridolfi-Zimarino, dopo la manifestazione in piazza delle scuole di Pollutri il giorno prima, sabato scorso protagoniste sono state le classi della scuola secondaria di Primo Grado di Casalbordino. Alle 10 si è tenuto un incontro con il responsabile Tommaso Bucciarelli e altri due volontari della Protezione Civile “Madonna dell’Assunta” di Casalbordino. Bucciarelli ha raccontato come si è attivata la Protezione Civile, l’impegno solidale già dai primi giorni e come proseguirà sia verso l’Ucraina che per coloro che verranno accolti nella nostra comunità. Durante l’incontro i ragazzi, dopo aver allestito l’ingresso della scuola con palloncini, bandiere e disegni, hanno consegnato i pacchi raccolti alla Protezione Civile. Impegno comune al termine della mattinata quello di non dimenticarsi di chi è nel bisogno, delle vittime di questa nuova terribile, angosciante, guerra, di continuare l’impegno solidale. Verso chi è più lontano, nei luoghi di quest’atroce conflitto, e chi è riuscito a fuggire e giungerà presto tra noi.
«Grazie ma lascialo per qualche altro bambino, io ne ho uno uguale a casa, appena finisce la guerra lo riprendo», la testimonianza raccontata dall’associazione Ebano (fondata a Milano, ed oggi attiva non solo nel capoluogo lombardo, dieci anni fa ed attiva a sostegno delle donne in condizioni di gravi marginalità) giunge da Siret al confine tra Romania ed Ucraina. Sono parole pronunciate da un bambino durante la consegna di pacchi di aiuto per chi sta fuggendo dalla guerra. Mentre il mondo degli adulti sta portando l’Europa e il mondo intero a piombare nell’angoscia, nel terrore, nel più brutale e disumano degli incubi – risuona sempre più la frase “terza guerra mondiale” – con decisori lontani migliaia di chilometri dai luoghi del dolore e della sofferenza, delle armi e delle bombe, un raggio di sole viene da un bambino che dal cuore del conflitto sta fuggendo. E che alla sua tenera età già sta conoscendo il dolore, le atrocità, la sofferenza, il dilaniare del peggior buio dell’umanità.
“Saranno i bambini a svegliarci, con la loro innocenza, la loro semplicità, la loro gioia, con la forza che cresce nei piccoli cuori per arrivare un domani a essere loro a governare il mondo, perché il mondo è cambiato, e credo che le guerre abbiano perso ogni significato, se mai ne abbiano avuto uno” ha scritto lo stilista ed imprenditore Brunello Cucinelli in una lettera pubblicata da Avvenire. Gli adulti per comprendere hanno bisogno dei bambini che devono insegnare sempre tutto disse il “Piccolo Principe” e, anche in questi giorni, dai bambini, dall’infanzia innocente, coetanea dei bambini che soffrono per le guerre e le bombe degli adulti, giungono lezioni di umanità ad adulti che non riescono ancora a cancellare le guerre. La fanciullezza non conosce i veleni con i quali, troppo spesso, gli adulti intossicano il mondo.