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La scuola italiana dice no alla guerra

Dopo l’esplosione del conflitto in Ucraina moltissime scuole di tutta Italia stanno condividendo questo semplice ed immediato messaggio. Tra cui le Scuole Secondarie di Primo Grado “Ridolfi-Zimarino”

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Ci sono notizie che “come una freccia dall’arco scocca” volano “veloce di bocca in bocca”. Le parole di una delle più celebri canzoni di Fabrizio De André quanto vissuto anche in Italia la mattina del 24 febbraio. In piena notte, dopo settimane di timori e paure e una guerra in realtà già presente dal 2014, l’angoscia è diventata realtà ed è esploso il conflitto bellico in Ucraina. In questi due anni tante volte, ad ogni ondata, si è paragonata l’attuale pandemia alla “influenza spagnola” di cento anni fa. Esplosa drammaticamente tra il 1918 e il 1920, uccidendo secondo alcune stime decine o centinaia di milioni di persone in tutto mondo, ma che ha fatto irruzione già l’anno prima. Una pandemia in piena guerra mondiale e l’angoscia di queste settimane è quella che, rovesciata, la storia possa ripetersi cento anni dopo con una nuova terribile guerra mondiale quando la speranza che la pandemia possa iniziare ad essere superata appare all’orizzonte delle nostre vite.

L’angoscia per i fatti di queste ore, per questa nuova guerra che sta già insanguinando nel cuore dell’Europa, in questi giorni viene espressa a tutti i livelli. Insieme a tutte le paure per l’economia, i prezzi delle materie prime e dell’energia (il 40% del gas che giunge in Italia viene dalla Russia) e per il futuro.  Sui social e nelle piazze, nei luoghi della convivenza civile e nelle nostre case. E nelle scuole, non si contano il numero di istituti scolastici che in tutta Italia stanno condividendo sui siti web e sulle pagine social lo stesso identico messaggio, ritrovare la fonte e chi per primo l’ha diffuso (a dimostrazione della condivisione e dell’angoscia comuni) è pressoché impossibile: No War, la scuola italiana dice no alla guerra. Il primo e più importante luogo educativo, in cui si formano le coscienze civili e il futuro, in prima linea perché un futuro degno di esser chiamato tale possa esserci. Per le attuali e le future generazioni. Tra queste le Scuole Secondarie di Primo Grado dell’Istituto Omnicomprensivo “Ridolfi-Zimarino” di Casalbordino, Scerni e Pollutri.

Anche l’Abruzzo si sta mobilitando, il senato accademico dell’Università aquilana si è già espressa contro questa nuova guerra, sabato 26 insieme a tantissime piazze di ogni parte d’Italia anche a Pescara e Teramo (a L’Aquila una manifestazione si è tenuta ieri pomeriggio) domani pomeriggio si scenderà in piazza. Nel capoluogo adriatico stanno aderendo anche associazioni e movimenti presenti anche nel nostro territorio, per rifiutare che “in Europa, come in ogni altra parte del mondo, le problematiche ancorché complesse, si risolvano con l’uso della forza e della violenza”. Una violenza che “colpisce sempre i meno responsabili, i più deboli: i civili inermi”. Parole che risuonano nell’appello delle scuole di tutta Italia, nell’espressione che in queste ore angoscianti stanno condividendo istituti di ogni parte del nostro Paese comprese – come già sottolineato – le Scuole Secondarie di Primo Grado dell’Istituto Omnicomprensivo “Ridolfi-Zimarino”. “In queste ore difficili nessuno può fare finta di nulla e ignorare i gravissimi fatti che stanno accadendo in Ucraina. Il nostro pensiero va alla popolazione, ai bambini e ai ragazzi che, con le loro famiglie, stanno vivendo un incubo chiamato guerra. Un incubo che sembra non risparmiare le scuole – la presa di posizione dell’Associazione Nazionale Presidi (oggi ridenominata Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola) - Per questo riproponiamo il testo dell’articolo 11 della nostra Costituzione, sperando che la crisi trovi presto una soluzione pacifica. Articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana. L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

 

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