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Stellantis: intervento dell'Usb su proroga contratti di solidarietà

Nuova scadenza fissata al 31 agosto 2026

redazione
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Nello stabilimento Stellantis di Termoli è stato annunciato il prolungamento dei contratti di solidarietà per un anno, fino al 31 agosto 2026, ma stavolta coinvolgendo tutti i dipendenti. Non ci sorprende affatto la cosa ma si continua a dar mano libera ad un gruppo che di fatto sta dismettendo le produzioni a Termoli e in tutti gli stabilimenti italiani.

La prima domanda da porsi è perché i contratti di solidarietà e non la Cassa integrazione straordinaria (CIGS) che darebbe maggiori garanzie di equità ai lavoratori?

Perché il Ministero del Made in Italy, la Regione Molise, così come le altre regioni in cui sono presenti stabilimenti Stellantis, e le associazioni dei produttori automobili, ACEA e CLEPA, e i soliti sindacati collaborazionisti continuano a considerare le regole imposte dalla UE per la transizione come unico vero ostacolo per la produzione del settore automotive?

Stellantis continua a produrre più piani industriali ed annunci di modelli che autoveicoli, vedi l'ultimo del CEO Antonio Filosa su un nuovo piano industriale, che andrà a rimodulare il Forword 2030, previsto per inizio 2026.

A Termoli, così come in altri stabilimenti, va in onda il solito film già visto e rivisto e le vittime sacrificali sono i lavoratori e territori che scontano licenziamenti mascherati, salari decurtati dagli ammortizzatori i quali generano anche situazioni che dividono i lavoratori, insomma la solita guerra per la sopravvivenza tra poveri.

Dopo aver puntato tutte le fiches sulla Gigafactory il banco è saltato e a nulla serve ricordare come l'USB aveva lanciato l'allarme anni fa.

Oggi si può solo mettere una pezza ad un disastro annunciato di cui sono responsabili i vertici Stellantis ma con connivenze sindacali e politiche che emergono inconfutabilmente con tutta evidenza in questo momento.

Noi continuiamo caparbiamente a chiedere un vero intervento pubblico nel settore con garanzie per l'occupazione e tutele per i salari, lo ripetiamo perché è l'unica strada possibile che scongiuri la totale chiusura dello sito di Termoli, e di tutti gli stabilimenti Stellantis italiani: occorre conservare le attuali produzioni meccaniche, riportarne altre che sono state delocalizzate, introdurre ammortizzatori che coprano il 100% dei salari, ridurre l'orario lavorativo a parità di salario, chiudere la stagione degli incentivi all'esodo e riaprire il discorso Gigafactory che è fondamentale non solo per Termoli ma per tutte le produzioni future dei plants Stellantis in Italia.

Basta con le lamentele sulla crisi di mercato a giustificazione di un immobilismo inaccettabile, in Molise vi è un'azienda che assembla autovetture (DR) che annuncia 70 milioni di investimenti e centinaia di assunzioni: ma per loro non c'è la crisi automotive? Le limitazioni della UE non contano? Oppure hanno investito il giusto in prospettiva?

Quanto a FIM, UILM, FIOM e compagnia che annunciano iniziative, ci chiediamo se finalmente hanno il coraggio di porre fine a rapporti sindacali ingessati dal CCSL ed aprire una vera vertenza nazionale che coinvolga e unisca tutti i lavoratori degli stabilimenti Stellantis e di quelli delle tante aziende degli indotti, il resto è solo fumo negli occhi dell'opinione pubblica e dei lavoratori traditi, ingannati e abbandonati nel tempo.

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