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Generazioni connesse per una migliore cultura digitale

Un importante progetto nazionale che ha premiato come “Scuola virtuosa” anche scuole del nostro territorio.

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“Nativi digitali” è uno dei termini utilizzati per definire i “millenials”, le ragazze e i ragazzi nati negli anni duemila. L’epoca in cui ormai l’informatica, il web, tecnologie sempre più moderne occupano una parte preponderante delle nostre vite. Lo abbiamo visto anche in questi due anni, dalla didattica al lavoro, dai rapporti personali ad ogni altra comunicazione tutto è stato reso possibile da internet e dall’azzeramento (o quasi) delle distanze permesso dalle connessioni tecnologiche.

Una vastissima prateria di opportunità colma, però, di insidie. Soprattutto per i giovani e i giovanissimi. I dati e le costanti denunce della Polizia Postale o di associazioni come Meter, le statistiche su come infanzia e adolescenza stanno vivendo questi due anni, l’esplosione dello smart working, della didattica a distanza e la sempre maggiore presenza dei social network documentano tutto questo. Sui social e in tutto il web aumentano, insieme alle innumerevoli occasioni positive, odio, violenza, reati, diffusione di notizie false che avvelenano e inquinano la convivenza civile. Il cyber bullismo, versione tecnologica e online della violenza di gruppi e gang che possono colpire ragazzi e bambini più fragili ed esposti, ne è una delle peggiori dimostrazioni.

Sono generazioni connesse quelle odierne ma hanno necessità di esserlo nella maniera migliore e più virtuosa possibile. E tante sono le iniziative attive in tali direzione, coinvolgendo le agenzie educative come le scuole e stimolando così riflessioni a tutti. Esiste anche l’attestazione, da alcuni anni, di “Scuola virtuosa” per l’uso sicuro e positivo delle tecnologie digitali e nella lotta al bullismo e al cyber bullismo. Le Scuole Secondarie di Primo Grado “Ridolfi – Zimarino” hanno reso noto all’inizio di quest’anno di aver ottenuto la certificazione di “Scuola Virtuosa nella lotta al bullismo e al cyber bullismo” grazie all’impegno della professoressa Silvia Di Girolamo (insegnante presso la scuola di Casalbordino) e ai “componenti del gruppo di lavoro” che ha “elaborato il Documento di E-Policy per tutti gli ordini di scuola”. Un risultato importante per la comunità scolastica del nostro territorio che ci dona l’occasione di approfondire questo importante settore, le sue peculiarità e rischi e il progetto nazionale da cui tutta l’iniziativa è scaturita.

Impegnato nella promozione dell'uso sicuro e responsabile di Internet “Generazioni Connesse” - co-finanziata dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Connecting Europe Facility (CEF) che punta a promuovere strategie finalizzate a rendere Internet un luogo più sicuro per gli utenti più giovani, promuovendone un uso positivo e consapevole - è coordinato dal MIUR, in partenariato col Ministero dell’Interno-Polizia Postale e delle Comunicazioni, l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Save the Children Italia, Telefono Azzurro, Università degli Studi di Firenze, Università degli studi di Roma “La Sapienza”, Skuola.net, Cooperativa E.D.I. e Movimento Difesa del Cittadino, Agenzia Dire. Obiettivo è quello di migliorare e rafforzare il ruolo del Safer Internet Centre Italiano, quale punto di riferimento a livello nazionale per quanto riguarda le tematiche relative alla sicurezza in Rete e al rapporto tra giovani e nuovi media.  

“Generazioni Connesse”, avvalendosi anche del contributo scientifico dell’Università degli Studi di Firenze e dell’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, realizza campagne di comunicazione e sensibilizzazione ad ampio raggio, attraverso l’utilizzo di canali media tradizionali, media online e social media, attività di formazione (online e in presenza) rivolte in maniera specifica alle comunità scolastiche (insegnanti, bambini/e, ragazzi/e, genitori, educatori) che intraprenderanno un percorso dedicato realizzate da Save the Children Italia, Telefono Azzurro, Cooperativa E.D.I. e Movimento Difesa del Cittadino, percorsi di coinvolgimento diretto dei giovani nella creazione di piccole redazioni giornalistiche, coordinate dall’Agenzia Dire, Attività di informazione e sensibilizzazione realizzate dalla Polizia di Stato, insieme ad una compagnia teatrale, il rafforzamento della Helpline di Telefono Azzurro, a sostegno del Progetto (1.96.96) che fornisce supporto, in particolare a bambini, adolescenti e genitori, in merito a esperienze negative e/o problematiche inerenti l’utilizzo dei Nuovi Media e il rafforzamento di due hotline (di Telefono Azzurro e Save The Children) che permettono di segnalare la presenza online di materiale pedopornografico. Pedopornografia che in questi due anni è cresciuta sempre più con un vertiginoso aumento di siti e chat (soprattutto su telegram) scoperte e denunciate dalla Polizia Postale e dall’Associazione Meter fondata in Sicilia da don Fortunato Di Noto ma ormai attiva anche a livello internazionale.

Tra le tematiche più importanti su cui pone l’attenzione “Generazioni connesse” ci sono il cyber bullismo e i rischi del cosiddetto sexting. Ovvero “lo scambio o la condivisione di testi, immagini o video sessualmente espliciti, tramite l’utilizzo di cellulari e di internet, in cui spesso si ritrae se stessi”, “ampiamente diffuso tra gli adolescenti, pur non conoscendone i rischi”. Il web “è il luogo dove moltissimi ragazzi e ragazze, come forse anche i tuoi figli, scoprono, esprimono, esibiscono e sperimentano la propria sessualità. Spesso con meno pudori e più libertà della vita reale, a causa delle caratteristiche del mezzo – si sottolinea - Di conseguenza, l’esistenza del sexting non deve nè stupirci nè allarmarci, anzi deve indurci ad assumere il proprio ruolo educativo, come in qualsiasi altro ambito della vita dei nostri figli. Essergli sempre accanto, senza essere invadenti, e aiutarli a tutelarsi dai rischi che, attività come il sexting, possono indurre”.  Rischi derivanti dalla diffusione incontrollabile delle immagini, da possibili ricatti di altri che ne vengono in possesso, l’esposizione agli orchi del web e la possibilità di violare la legge nel diffonderle a propria volta. Sono tutti rischi che si può cercare di evitare con un uso consapevole e virtuoso degli strumenti tecnologici. Il cyber bullismo, la versione tecnologica delle violenza del branco, con le tecnologie informatiche e i cellulari, “può colpire 24 ore su 24, ovunque si trovi il ragazzo o la ragazza presa di mira, e nemmeno casa può essere un rifugio sicuro” e “sempre più inoltre, i due fenomeni – bullismo tradizionale e cyber - sono compresenti”. I cyberbulli possono essere tantissimi e, almeno in parte, rimanere anonimi e quindi spinti “a colpire in modo ancora più aggressivo e violento”. Le conseguenze, anche se non ci fosse il contatto fisico, possono essere drammatiche.  Le cronache registrano ogni anno casi di bambini o ragazzi che arrivano ad atti di autolesionismo, a depressione o addirittura a tentare il suicidio. Anche riuscendoci. Davanti a tutto questo l’attenzione da parte di famiglie e scuole e una giusta educazione digitale diventano fondamentali e vitali. La Legge 71/2017, “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”  attribuisce all’istituzione scolastica un ruolo fondamentale nella prevenzione, in stretta alleanza educativa con la famiglia.

 

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