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Via Verde alle prese con la frana a Punta Aderci di Vasto: "C'è una soluzione a costi ridotti"

Il parere dell'ingegner Edmondo Laudazi

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La Via Verde tagliata in due dalla frana, nella riserva naturale di Punta Aderci, potrebbe essere ripristinata in una settimana e con un costo di gran lunga inferiore a quello stimato dai tecnici provinciali, secondo i quali occorrono dai 3 ai 4 milioni di euro per consentire di nuovo il transito a ciclisti e pedoni.
 
A proporre la soluzione è l’ingegner Edmondo Laudazi, che imputa lo smottamento alla mancata manutenzione delle opere realizzate a suo tempo dalle Ferrovie.
 
“Non vorrei passare per uno che sottovaluta la problematica generale, ma su questo sedime di tracciato ferroviario i treni non passano più da anni, il sentiero è utilizzato dai pedoni e dai ciclisti - attacca Laudazi - è chiaro che li c’è uno smottamento che ha una causa precisa relativa alla mancanza di manutenzione effettuata lungo il percorso ed è ovvio che zone dal profilo idrogeologico instabile possono presentare problemi come quello che si è verificato in quella zona. E’ evidente però che quell’inconveniente che impedisce l’utilizzo della pista può essere risolto con un intervento palliativo immediato e di importo di gran lunga inferiore a quello che è stato ipotizzato.
 
Credo che con 30/40mila euro al massimo si possa consentire di riaprire ai ciclisti il percorso con una semplice opera di consolidamento a valle e un drenaggio. C’è un taglio su una pendenza elevata che ha interrotto le opere di raccolta idrica che le Ferrovie avevano realizzato negli anni e che drenavano le acque provenienti dall’alto, scaricandole a valle. L’ostruzione di quei drenaggi ha provocato uno scivolamento della conca attraversata dal sentiero. 
 
Sostanzialmente - prosegue il tecnico - per quelle che sono le esigenze di transito di quel terreno basterebbe a mio parere intervenire con un drenaggio a monte che ripristina il flusso verso il basso, con una gabbionatura per il consolidamento del tratto interessato e un riempimento con materiale inerte. Una cosa che si può fare in una settimana.
 
Se la Provincia, che è proprietaria dei terreni, intende poi fare un’opera di consolidamento generale per intervenire lungo tutto il tratto è un altro discorso. Ma in questo caso specifico, se le esigenze sono quelle di ripristinare il tracciato il più velocemente possibile per fare in modo che i ciclisti possano transitare, io credo che un’opera di intervento palliativo si possa fare in breve tempo. Mi rendo conto che occorre una progettazione veloce ed un carico di responsabilità che evidentemente nel pubblico impiego nessuno pare disposto ad assumersi”.
 
L’altra soluzione alternativa, che fa il paio con quella proposta da Laudazi, è quella indicata nel corso di un recente incontro dal sindaco di Casalbordino, Filippo Marinucci.
 
“In attesa di futuri interventi per riparare i danni della frana si potrebbe valutare, come soluzione temporanea, la possibilità di realizzare una passerella pedonale di legno”, aveva suggerito in quella occasione Marinucci, “come comune di Casalbordino siamo disponibili a collaborare per trovare una soluzione veloce in vista della stagione estiva”.
 
Nel frattempo i ciclisti hanno a disposizione due percorsi alternativi con relativa segnaletica.
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