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Celebrare non solo per dovere istituzionale ma per riflettere su passato e presente

Cerimonia a Casalbordino per la Festa della Repubblica, apposta targa per conferimento cittadinanza al milite ignoto

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Si sono concluse da poco a Casalbordino le celebrazioni per la Festa della Repubblica. Uno dei momenti più commoventi e toccanti all’inizio presso la Villa Comunale con la cerimonia per l’apposizione della targa apposta in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria al milite ignoto. Un’iniziativa portata avanti, ha ricordato in piazza Umberto I il presidente della locale associazione combattentistica Ernesto Radomile, dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani in occasione del centenario del milite ignoto a cui ha aderito con convinzione l’Amministrazione Comunale di Casalbordino guidata dal sindaco Filippo Marinucci. Presente questa mattina alla cerimonia a Roma, in rappresentanza del Comune di fronte le più alte cariche dello Stato.

Dopo il primo momento alla Villa Comunale il corteo è sfilato lungo le vie cittadine, accompagnato dalla banda musicale di Scerni, fino a Piazza Umberto I. Dove è stata deposta una seconda corona d’alloro e la celebrazione si è conclusa con l’intervento del vicesindaco Carla Zinni in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale insieme agli assessori Paola Basile e Amerigo Tiberio. Hanno partecipato alla cerimonia anche il comandante della stazione dei Carabinieri di Casalbordino Zanni, una rappresentanza della Croce Rossa e la Protezione Civile che ha garantito assistenza e sicurezza per tutta la durata dell’evento. Presente in piazza anche il consigliere comunale di opposizione Antinoro Piscicelli. 

Questo il testo integrale  dell’intervento del vicesindaco Carla Zinni.

Nella ricorrenza del 76esimo anniversario della fondazione della Repubblica, è doveroso esprimere gratitudine a chi ha sempre difeso la Patria: a tutti gli uomini e le donne in divisa che prima ed oggi, svolgono un ruolo di garanzia della sicurezza, assicurando la democrazia di questo Paese.

La data del 2 giugno, nella quale gli Italiani scelsero, con un referendum, la Repubblica, riveste un valore ancora più importante oggi, tempi nei quali il voto popolare – mi riferisco alle vicende russe ed ucraine - viene sempre più messo in discussione, rispettandolo quando coincide con la volontà di chi prevarica, cercando di ribaltarlo quando non va a genio a coloro i quali si sentono travolti dall’ondata dell’occidentalizzazione positiva che contagia i popoli vicini. 

Il Referendum del 2 giugno 1946, fu la prima votazione a suffragio universale, cioè nella quale poterono votare tutti i cittadini maggiorenni, senza alcuna restrizione culturale, economica, sociale.

Di più. Abbiamo, in questa ricorrenza, voluto celebrare il milite ignoto, apponendo una targa che potesse suscitare la curiosità delle giovani generazioni, che tanto sono, in termini di età, distanti da quei processi che interessarono il nostro Paese e che l’hanno portato ad essere, seppur non ce ne accorgiamo perché fortunatamente non abbiamo toccato con mano quanto avviene in altre porzioni del Pianeta, una Repubblica forte e solida.

Il milite ignoto di ieri, non è distante dalle immagini dei combattenti che oggi vediamo scorrere in tv, nei servizi giornalistici, stesi per terra, spesso senza che vengano riconosciuti dai congiunti. Il milite ignoto, militare caduto durante la prima guerra mondiale, restò senza identità, non essendoci elementi che potessero permetterne il riconoscimento.

Non sono state poche le battaglie dei nostri nonni e bisnonni, per assicurare alle generazioni successive, quelle che oggi calpestano questo suolo, un’Italia che fosse migliore di come l’avevano trovata loro. Ed è anche per il sacrificio degli avi, che oggi ognuno di noi dovrebbe sentirsi orgoglioso della propria Patria, del Tricolore, dell’Italia.

Voglia questa ricorrenza non tanto essere celebrata per solo dovere istituzionale, ma perché accenda oggi più di ieri i riflettori sul mondo, su quello che è stato, su quello che è, e su quello a cui ognuno di noi deve tendere per garantire e garantirsi democrazia, stabilità, libertà.

Viva l’Italia, Viva la Repubblica!”  

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