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«Con la stessa cifra si assumerebbero quattro lavoratori bisognosi piuttosto che garantire privilegi»

Bando per l’assunzione di un Direttore Generale al Civeta, il candidato sindaco di Officina Cupello Dario Leone esprime le motivazioni dell’opposizione

redazione
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Un vecchio adagio recita che ‘…non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire’. E’ quello che parrebbe essere il presidente del CdA del Civeta, Giuseppe Silvestri, circa l’insistenza di voler procedere all’emanazione del bando pubblico per l’assunzione di un Direttore Generale. Ribadiamo la nostra assoluta contrarietà in ragione del fatto che i costi sono eccessivi e si scaricheranno sulle tasche dei cittadini utenti, c’è già in organico una figura tecnica capace ed autorevole artefice dei progetti finanziati con il PNRR che potrebbe assolvere alla stessa funzione. Manca un serio progetto industriale di rilancio dell’operatività dell’impianto così come le necessarie alleanze strategiche con altri presenti sul territorio.

Ci stupisce la sua insistenza, salvo che non abbia un personale impegno diverso verso terzi, in virtù di un potenziale un premio di consolazione piuttosto oneroso sul piano finanziario ed eticamente inopportuno verso un giudizio popolare di palese contrarietà. Sottolineiamo che la contrarietà della quale parliamo non è solo ampiamente condivisa dal popolo, ma anche dalla Corte dei Conti che nei mesi scorsi sconsigliava vivamente di procedere alla nomina dello stesso CDA, figuriamoci per la nomina di un direttore generale con un lordo di € 100.000 annui a fronte di un disavanzo di € 300.000. Con la stessa cifra, si assumerebbero 4 lavoratori bisognosi, piuttosto che garantire privilegi.

Corretto invece sarebbe dare ascolto al giudizio dei Sindaci dissenzienti e consigliamo al presidente Silvestri di concentrarsi pienamente sul rilancio operativo e gestionale del CIVETA essendo ‘ponte’ verso i tanti Sindaci dissenzienti del territorio, ascoltando le loro ragioni e costruire una rete che rilanci la vitalità e l’operosità dell’impianto piuttosto che andare in soccorso ai richiami della propria foresta politica di appartenenza. 

 

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