L’estate è tempo di relax e divertimento, lontani dalle preoccupazioni e dalle incombenze della vita quotidiana. E per i ragazzi sono i mesi lontani dalla scuola, dallo studio e dalle ore chinati sui libri. Tra i più temuti sicuramente quelli di matematica che, con gran sollievo di quasi tutti, gli studenti in queste torride settimane abbandonano. Non è, quindi, l’estate la stagione più adatta alla matematica e al calcolo eppure in queste ore sul web si registra una forte curiosità intorno allo strumento più conosciuto e diffuso per l’aritmetica – la calcolatrice - e per il suo inventore.
Le cronache riportano che fu Giovanni Poleni ad inventare la prima calcolatrice della storia. Nato a Venezia il 23 agosto 1683 Poleni morì a Padova il 15 novembre 1761. Questi alcuni stralci della sua biografia tratti da Wikipedia:
Pubblicò i suoi primi studi in un volume, Miscellanea (1709), che gli valse, giovanissimo, la cattedra di Astronomia e Meteore all'Università di Padova. Nel 1715 passò alla cattedra di fisica, dove aggiunse ai suoi interessi gli studi di idraulica. Nel 1719 passò alla cattedra di matematica, in questo periodo scrisse di calendaristica e di navigazione. Nel 1725 iniziò una serie di sistematica di osservazioni e misurazioni meteorologiche, che saranno continuate con regolarità dal figlio Francesco, da Giovanni Battista Morgagni e dall'abate Giuseppe Toaldo. Umanista a tutto campo, oltre che di idraulica e architettura, studiò a fondo l'opera di Vitruvio, pubblicando le Exercitaxiones Vitruviane nel 1739, stesso anno in cui ottenne della Serenissima Repubblica la fondazione a Padova di una delle prime cattedre europee di Fisica Sperimentale. Nel 1740 fondò il primo laboratorio di fisica in una università italiana. Tre anni dopo prese parte agli studi per il restauro della cupola di San Pietro.
Tante sono le sue opere scritte, se ne contano almeno 18, ma la fame imperitura e l’ingresso nelle vite di tutti avvenne con la prima, Miscellanea. In quest’opera Poleni descrisse il funzionamento della macchina aritmetica, una delle prime calcolatrici della storia che segnò, riporta il sito web del Museo nazionale scienza e tecnologia Leonardo Da Vinci, “il passaggio dall’addizionatrice alla calcolatrice: l’introduzione di un organo meccanico (il traspositore) consente infatti di automatizzare la moltiplicazione così che è sufficiente solo impostare il calcolo lasciando alla macchina l’esecuzione del lavoro meccanico necessario per ottenere il risultato”.