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17 luglio 1995: 30 anni fa moriva Juan Manuel Fangio

Argentino di origini abruzzesi Fangio arrivò secondo alla settima gara della stagione 1957 di Formula 1 sul circuito di Pescara

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A trent’anni dalla scomparsa, avvenuta il 17 luglio 1995, il nome di Juan Manuel Fangio continua a risuonare nella memoria collettiva come quello di un campione assoluto, non solo per i suoi straordinari successi in Formula 1, ma anche per l’umiltà e il profondo legame con le sue radici italiane e abruzzesi.

Fangio, infatti, nacque a Balcarce in Argentina il 24 giugno 1911 da una famiglia di origini abruzzesi. Il padre, Loreto, era di  Castiglione Messer Marino e la madre Erminia D'Eramo era di Tornareccio.

Fangio è stato cinque volte campione del mondo, vincendo con quattro scuderie diverse: Alfa Romeo, Mercedes, Ferrari e Maserati.

Nel giorno del trentennale, l’Associazione “Juan Manuel Fangio” del paese d’origine della sua famiglia lo ha ricordato con un sentito comunicato, sottolineando come “ricordare Fangio significa rinnovare il senso di appartenenza alle nostre radici e tramandare ai più giovani l’esempio di chi, partendo da una piccola officina, con determinazione, rispetto e umiltà, è diventato un simbolo mondiale senza mai dimenticare la sua terra”.

Il 1957 fu un anno chiave nella carriera del campione: fu la stagione del suo quinto e ultimo titolo mondiale. Proprio in quell’anno, Juan Manuel Fangio prese parte anche al Gran Premio di Pescara, settima prova del Campionato Mondiale di Formula 1. Il circuito abruzzese, unico nel suo genere, era lungo oltre 25 km e si snodava tra le colline e il mare, con rettilinei velocissimi e curve impegnative. Era noto per essere il tracciato più lungo e uno dei più pericolosi dell’intero calendario. Ad oggi, e probabilmente lo rimarrà per sempre, vanta il record del circuito più lungo su cui sia mai stato disputato un gran premio di Formula 1.

Il 18 agosto 1957, sul tracciato pescarese, Fangio ottenne un importante secondo posto a bordo della sua Maserati 250F, dietro alla Ferrari di Stirling Moss, che vinse la gara. Nonostante non fosse una vittoria, quel piazzamento fu cruciale per consolidare la sua leadership nel mondiale, che avrebbe poi chiuso con il trionfo leggendario al Nürburgring, considerata dallo stesso Fangio la sua più grande impresa.

Nel comunicato dell’Associazione di Castiglione Messer Marino si legge:

“Il 4 agosto 1957 Juan Manuel Fangio espugna il circuito di Nürburgring a bordo della Maserati 250F. […] Affrontò le curve a più di 200 km/h, senza alzare il piede dal gas e solo all’ultimo giro riuscì a superare le macchine del cavallino. Collezionò ben otto giri veloci consecutivi, realizzando un’impresa tra le più memorabili della sua carriera.”

Ma il ricordo va oltre le imprese in pista. A trent’anni dalla sua morte, Fangio resta un simbolo intramontabile, capace di coniugare talento, rispetto e umanità. Per il piccolo paese abruzzese di Castiglione Messer Marino, è molto più di un campione: è un figlio della terra, un ambasciatore dei valori autentici dell’emigrazione italiana, che partendo da condizioni umili ha saputo conquistare il mondo.

In un’epoca in cui lo sport si fondeva ancora con l’epica, Fangio ha scritto alcune delle pagine più belle dell’automobilismo mondiale. E tra queste, anche quella corsa d’agosto del 1957 a Pescara, lungo un circuito che oggi non esiste più, ma che continua a vivere nella memoria degli appassionati e nei racconti di una Formula 1 d’altri tempi.

Credit  Foto:

Juan Manuel Fangio, Streets of Pescara di Jose Maria Villafuerte info

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