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Papa Francesco, dodici fa l’elezione al soglio di Pietro

A Pasqua 2013 Immi, giornalino della parrocchia di Casalbordino, fu dedicato all’elezione di Bergoglio

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Alle prime luci del giorno di oggi, Lunedì dell’Angelo, è morto Papa Francesco. L’annuncio, poco prima delle 10, è giunto dal cardinal Farrell. 

Jorge Maria Bergoglio era stato eletto al soglio pontificio nel 2013. In questi dodici anni tanti i legami con l’Abruzzo, emozione grande suscitò la sua vita a L’Aquila in occasione della Perdonanza 2022, già nel 2016 era stato in visita a Carsoli.

Immi, giornalino della parrocchia SS Salvatore di Casalbordino, in occasione della Pasqua 2013 fu quasi interamente dedicato all’elezione al soglio di Pietro di Papa Francesco. 

La fine del mondo ... con due Papi

(don Silvio Santovito, parroco)

Dopo un anno come il 2012, intriso di nefaste profezie riguardo alla fine che ci avrebbe colti tutti, abbiamo iniziato il nuovo anno tirando un sospiro di sollievo poiché nulla di quanto previsto è successo.
Dopo qualche mese di nuovo un evento sconcertante, Papa Benedetto annuncia le sue dimissioni e indice il conclave per eleggere un nuovo Pontefice. Che sia questo il segno della fine? Come, due papi contemporaneamente? Non si è mai visto, o meglio si sono viste queste cose in tempi in cui le cose non andavano proprio bene…
L’elezione di Papa Francesco poi, ci ha colti di sorpresa, all’annuncio pochi sapevano chi fosse anche se subito si è lasciato amare attraverso la sua figura carica di slancio disarmante.
La reazione della gente? E’ bravissimo, dicono, è per i poveri, non vuole anelli, collane, macchine di lusso e questo fa bene alla gente che si vuole avvicinare alla Fede. Alcuni poi hanno azzardato un confronto con gli altri papi e con Benedetto in maniera particolare, sottolineando le diversità esteriori tra i due.
I tempi che viviamo sono assai difficili, sia per i rapporti non sempre splendidi che si coltivano tra gli uomini, sia per il rapporto che gli uomini vivono con Dio.
Forse Gesù, Dio fatto Uomo, predicatore della dottrina che non fa cadere nella menzogna e operatore di miracoli strepitosi fino a ridare la vita ai morti, dovrebbe decidersi a tornare per mettere un po’ a posto la cose. Dio conosce tutto questo ma sa anche che i suoi tempi sono diversi dai nostri perciò non è ancora giunto il momento del suo apparire glorioso.
Come sorprenderci allora?
Contemporaneamente ci ha dato un Papa, Benedetto, retto e autentico nella dottrina, capace di insegnamenti veri che non tradiscono per comodità la verità del vangelo annunciato da Gesù. Capace di far sentire alla chiesa tutta la ricchezza di quanto Dio ha rivelato a favore e per la salvezza dell’uomo.
Ci ha dato un altro Papa, Francesco, spassionato nella carità, dimentico di se stesso e della sua vita, dedito ai poveri più poveri, al fianco dei diseredati per tradurre in carità concreta tutto l’amore che dalla croce Gesù continua a donare all’umanità.
A chi pensasse che due papi sono troppi vorrei dire che invece sono una vera benedizione di Dio per noi. Insieme, ciascuno nella sua condizione, ci mostrano il volto dell’unico Gesù, Signore della vita e della morte. La Carità senza Verità diventa una semplice spartizione di cose, così come la Verità senza la Carità diventa solo una valanga di chiacchiere che non cambiano il mondo.
Il Signore conceda lunga vita e protezione a Papa Benedetto perché continui ad aiutare la chiesa con la sua lungimirante sapienza e perché con la sua preghiera sia conforto e sostegno alla vita di Papa Francesco che, amato da Dio e dal suo popolo, di carità ne eserciterà davvero tanta.
Aggiungo che un Papa emerito e un Papa in carica non sono solamente il segno dei problemi che la Chiesa affronta, come si vuol far credere, ma la grandiosa certezza che le forze degli inferi non prevarranno mai contro di essa.
Sta per finire il mondo? Può darsi… ma non per i due papi, magari finisce perché noi non diamo ascolto né all’uno né all’altro. Non ci piaceva Benedetto quando richiamava alle regole della vita cristiana e non ci piacerà Francesco quando ci dirà che i soldi e mercanzie materiali che abbiamo devono essere dei poveri. A dir il vero non ci piace nemmeno Gesù che ci dice di perdere la vita in Lui per trovarla e ci chiede di dare tutto per il regno dei cieli.
Forse il mondo finirà perché l’uomo ha smesso di fare l’uomo, di essere creatura di Dio, di essere ascoltatore della gioia di Dio, perché ha smesso di amare gli uomini suoi fratelli, perché ha fatto prevalere ciò che Dio avrebbe voluto soffocare nel suo cuore.
Signore, con la luce della tua Pasqua aiutaci a sciogliere i tanti nodi di tenebra che rendono stanca e triste la nostra vita e facci risplendere della speranza di vita che tu ci doni.
Auguri infiniti.

 

Voglia di rinascere

(Suor Bruna Pierobon)

Le emozioni più si raccontano e più crescono e riempiono il cuore della persona; a me sembra sia capitato proprio questo con la elezione di Papa Francesco.
Dopo la rinuncia di Papa Benedetto, che abbiamo salutato con una presenza massiccia in piazza san Pietro per la sua ultima udienza, abbiamo incominciato a pregare lo Spirito perché illuminasse la mente ed il cuore dei cardinali chiamati ad eleggere il nuovo Papa.
Non sono mancate in Roma le iniziative di preghiera proposte soprattutto dai gruppi giovanili, conclusesi, su invito dei cardinali, il 6 marzo alle ore 17 con il Rosario, i vespri e l’adorazione eucaristica in San Pietro. Con grande sorpresa, ho visto che tante persone erano presenti, nonostante una forte pioggia, per partecipare alla preghiera con i cardinali. Ho provato dentro di me un forte sentimento di ammirazione, soprattutto verso quei cardinali che, pure in età avanzata, erano in ginocchio con la corona nelle mani.
Ho pensato al valore e alla forza che ha la preghiera del rosario nella storia personale di tante persone, nella storia della Chiesa e del mondo; l’adorazione in silenzio all’eucarestia manifesta che la fede si fortifica nella speranza che il Signore non abbandona mai la sua famiglia. Credo che la preghiera si è fatta forza per tutti perché consapevoli di quanto i cardinali dovevano vivere nel nome del Signore.
Mercoledì 13 marzo, fin dalle prime ore del pomeriggio, sono arrivata per mettermi in fila per il controllo ed entrare nella basilica di san Pietro e rimanere in adorazione di Gesù sacramentato per chiedere luce, forza e speranza per il nuovo Papa. Uscendo da San Pietro era impressionante vedere come tante persone fossero già presenti nonostante la pioggia, il vento ed il freddo.
Un gruppo di giovani, dal momento dell’inizio del conclave, era in adorazione continua in una sala vicina alla sala stampa del vaticano, mentre altri, in piazza, stavano pregando attorno alla croce della giornata mondiale della gioventù. Mi hanno raccontato le sorelle presenti, che la fumata nera delle 11,30, e poi quella delle 17.30, sono state accolte da tutti i presenti con grande delusione, ma poi si è fatta più forte la speranza che alle 19 ci sarebbe stata l’attesa fumata bianca con l’annuncio del nuovo Papa. Gli occhi di tutti erano fissi a quel piccolo camino sovrastato per un lungo tempo da un gabbiano. Mi ha fatto sorridere vedere un gruppo di turisti che cercavano di capire da che parte dovevano fissare lo sguardo per non perdere un momento così importante nella storia, e mentre li osservavo, concludevo: in un tempo di grande tecnologia tutto il mondo è concentrato a non perdere di vista un piccolo, vecchio e scolorito camino sul tetto della stupenda ed unica cappella Sistina…eh, sì, anche questo fa parte del conclave. Il gabbiano continuava imperterrito ed indifferente sopra il camino, mentre tutti speravamo che l’improvviso calore e fumo lo obbligassero ad andarsene. Gli orologi, i cellulari, le macchine fotografiche, utilizzati per condividere con qualcuno i momenti di attesa, erano continuamente al centro dell’interesse delle persone. La piazza continuava ad accogliere i tanti Romani che non volevano perdersi un momento così importante e significativo per la città di Roma …gli spazi diminuivano e tutti volevano essere tra i primi a scoprire...il fumo bianco! Alcuni cantavano, altri, avvolti nella propria bandiera, pregavano il rosario, altri informavano parenti ed amici non presenti in piazza con una telecronaca dei fatti che si vivevano. Insomma il tempo era occupato con pronostici, probabilità, sogni e speranze.. Fino alle 19.06, quando il gabbiano, lasciando il tetto del camino, ci ha detto che qualcosa stava succedendo…fumata bianca!! Gioia, urla, canti e preghiere!!! Ma chi sarà??? Non c’erano risposte e l’attesa si è fatta preghiera, gioia e speranza per il nuovo Papa. Finalmente la tenda incomincia a muoversi e… ecco che il cardinale Tauran annuncia, in latino, per cui incomprensibile per quasi tutti: “Habemus Papam!” La gioia non era più contenibile!! Il nome di battesimo non ha dato nessun indizio per riconoscere il nuovo Papa e il cognome ha creato confusione.. italiano??? Non era possibile! Pontefice Massimo della Chiesa e si chiamerà Francesco! Il mio cuore non si controllava più; alcuni giorni prima avevo espresso il desiderio che il futuro Papa si chiamasse Francesco! Alla mente è stato facile trovare le motivazioni di questa scelta del nome del cardinale Jorge Mario, cosa che abbiamo poi potuto ascoltare dallo stesso Papa Francesco ai giornalisti.
La sua presenza nel balcone delle benedizioni che sovrasta la lapide con San Pietro che riceve le chiavi da Gesù, ha riempito la grande piazza di emozione. Il suo sguardo fisso verso il basso e le sue prime parole ci hanno fatto capire quali erano i pensieri ed i desideri che il Papa Francesco aveva nel cuore: “Buonasera! Sapete che il compito del conclave era di dare un vescovo a Roma, ecco i miei fratelli cardinali l’hanno preso dall’altro mondo” Bellissima questa delicatezza di Papa Francesco che risponde ad un bisogno della città di Roma e ricorda il compito alla chiesa di Roma di essere madre nella carità! Il silenzio e la meraviglia hanno fatto sì che anche la pioggia smettesse per un po’! Lo sguardo del Papa, sicuramente stupefatto ed incredulo, si è fermato quando, inchinando la testa, ha invitato tutti a pregare per lui. Un silenzio pieno della presenza di Dio riempiva il cielo e le persone che hanno sfidato una giornata di pioggia, vento e freddo per aspettare la notizia. Papa Francesco ha invitato tutti a pregare il Padre Nostro!“Ci vediamo domani, anzi domani andrò a pregare al Madonna ed allora buon riposo per oggi. Grazie!”
Papa Francesco coglie il bisogno del cuore umano e con il vangelo alla mano fa scoprire le risposte che sono nascoste nell’intimo della persona. “Dio non si stanca mai di perdonarci, ma siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono!” Parole che ha fatto risuonare nel suo primo Angelus, perché Papa Francesco conosce il cuore umano da sempre, lui che ha voluto mantenere il motto del suo servizio da vescovo: “guardandolo con misericordia e scegliendolo”, in riferimento all’incontro di Gesù con Matteo.
Papa Francesco nella sua proposta di vita è semplice ed è essenziale; ci ha aperto un cammino per vivere con gioia l’essere figli amati da Dio in Cristo Gesù. Sento che la sua preoccupazione principale è che ogni persona possa accogliere e vivere dentro di sè il cuore di Dio.
Carissimi ..mi sono accorta che ho scritto tanto, però le emozioni crescono ed aiutano a riprendere il cammino perché tutti abbiamo voglia di rinascere!
Buona Pasqua nell’incontro con la Misericordia del Padre, Dio della speranza!

Un libro per Papa Francesco

Il sogno di Missio Ragazzi, di cui abbiamo parlato nel numero di Natale, si è realizzato: i bambini di Abruzzo e Molise che si stanno preparando alla Prima Comunione hanno regalato un libro a Papa Francesco, con i disegni realizzati con la matita missionaria.
Una bellissima iniziativa partita da Rosanna e dal Gruppo Missionario di Casalbordino. 

 

Papa Francesco, il rivoluzionario di Dio

"Non abbiate paura, spalancate le porte a Cristo". Risuonano nella storia recente, nei cuori innamorati di Dio le parole pronunciate dal Santo Padre Giovanni Paolo II ormai moltissimi anni fa. Ancor di più nel cuore della Cristianità, nei cattolici e in tutti gli uomini e donne di buona volontà che hanno accompagnato e si son visti segnare l'esistenza da uno dei pontificati più intensi di sempre. Nei momenti difficili, quanto tutto sembra perduto, Cristo c'è, non abbandona la sua creatura. Un poeta brasiliano si rivolge a Dio e gli dice che immagina la sua vita come una passeggiata in riva al mare accanto a Lui. Nei momenti più difficili, quando si sente smarrito, non vede più sulla sabbia quattro orme, ma solo due. E Dio gli risponde: "sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio". Quella poesia è nota come "Messaggio di tenerezza". Tenerezza, trionfo dell'umanità, esaltazione del calore umano e della compassione. Tenerezza, una parola centrale nel primo discorso del nuovo Papa. La Chiesa, agli occhi del mondo, appare oggi in difficoltà, gli scandali sembrano scuotere le sue mura, un Papa stanco arriva a rinunciare al ministero petrino. Tutto appare perduto, ma non è così. Dio che scruta gli animi e la Storia, che mai abbandona e sempre ricostruisce (con delle bellissime parole di speranza potremmo dire "quando tutto sembra perduto, bisogna mettersi tranquillamente all'opera ricominciando dall'inizio"), che non segue le vie e i pensieri degli uomini, in questo momento ci consegna un nuovo Papa: Francesco.
Francesco è una ventata di freschezza, di amore, di speranza. In questi primi giorni Papa Francesco ci ha riportato all'essenzialità del messaggio cristiano, al cuore della Buona Novella. Quando tutto sembra perduto, quando noi stessi ci sentiamo perduti, Gesù c'è. Papa Francesco ha già conquistato i cuori e le menti, anche di coloro che son più lontani dalla Chiesa o dalla Fede. Hanno provato, già immediatamente dopo l'annuncio dell'Habemus Papam, a demolirne la figura, a scovare qualcosa di negativo per affossarlo. Ma non ci sono riusciti. Anzi, probabilmente, l'effetto ottenuto è stato quello contrario. La Storia della Chiesa, dei suoi profeti, è piena di grandi personalità su cui hanno provato a far svolazzare nuvoloni neri. Ma il dolce zefiro della Profezia e della speranza tutto ha spazzato via. Quando Oscar Romero divenne arcivescovo nel Salvador, molti lo consideravano timido, poco aperto al suo popolo. E' diventato, in pochissimi anni, il profeta della Chiesa latinoamericana, non c'è casa in Salvador, non c'è abitante dell'intera America Latina che non conosca Oscar Romero e ne ammiri il sacrificio. Giovanni XXIII era figlio di contadini, per più di qualcuno doveva essere un papato tranquillo e di transizione. Ci ha regalato il Concilio Vaticano II e ancora oggi rappresenta uno dei papati più rivoluzionari di sempre. E allora, non abbiamo paura, spalanchiamo ancora oggi il cuore e la speranza a Cristo che viene. Papa Francesco seguirà le stesse orme, e presto i pettegolezzi e le falsità di oggi rimarranno solo uno scolorito ricordo. Qualche anno fa mi capitò di leggere, nella prefazione di un libro scritta da un autore di origine ebraica, che il tempo delle "rivoluzioni palingenetiche è finito" (ammesso e non concesso che sia mai esistito, perché spesso si confondono per rivoluzioni, eventi che non lo sono e che invece son forieri solo di lutti e illusioni...), oggi le rivoluzioni avvengono nei modi più impensati. La rivoluzione di Papa Francesco, quella che sta avvenendo con nel cuore e seguendo come stella polare "il più grande rivoluzionario della Storia"(come l'ebbe a definire uno dei più grandi poeti italiani di sempre), è già in atto. Nella cronaca di questi giorni, soprattutto sui mass media, ci si sta fermando alla superficialità, al semplice atto. No, non basta. Perché in ognuno degli atti di Papa Francesco non c'è nulla di superficiale, nulla che sia solo un gesto "semplice" di un momento. Questi primi giorni del nuovo Papato vanno letti in profondità, nella filigrana di una Storia che sta irrompendo e travolge torrenzialmente tutto. Perché viene dal Cuore, viene dalla Somma Speranza e Gioia. La Poesia, disse anni fa un missionario italiano in Kenya, irrompe nei momenti più impensati. E ci rapisce. Questa è Poesia vera, vissuta. All'inizio di quest'articolo ho ricordato le parole di Giovanni Paolo II. Ma in questi primi giorni c'è un'intera enciclica papale che si sta concretizzando, le cui parole sembrano guidare il cammino di Papa Francesco. "Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore." E' la Gaudium et Spes di Papa Paolo VI. Gioia e Speranza. Sono i sentimenti che guidano il Popolo di Dio in cammino in questi giorni. Cristo ha vinto la Morte, e vince qualsiasi cosa di questo mondo. E allora "non abbiamo paura", insieme con Papa Francesco "spalanchiamo le porte a Cristo". La primavera e la resurrezione ci attendono...

 

 

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