Sin dall’antichità, il 9 febbraio si festeggia Santa Apollonia, vergine e martire di Alessandria d’Egitto, considerata la protettrice dei dentisti e invocata per la guarigione di tutti i malanni e le sofferenze che riguardano i denti.
Nel 248 ad Alessandria d’Egitto, scoppiò una sommossa popolare contro i cristiani, aizzata da un indovino alessandrino.
Molti furono i seguaci di Cristo ad essere flagellati e lapidati e al massacro non sfuggirono nemmeno i più deboli; i pagani entrarono nelle loro case saccheggiando e devastando le abitazioni.
Vittima di tanta ferocia fu anche la vergine anziana Apollonia: venne, infatti, torturata e malmenata con così tanta violenza da farle cadere tutti i denti o, come la tradizione ha riportato, le furono strappati i denti con una tenaglia.
Successivamente, acceso un rogo fuori la città, la minacciarono di gettarla viva tra le fiamme se non avesse pronunciato, insieme a loro, imprecazioni contro il suo Dio.
Apollonia chiese di essere lasciata libera un momento e una volta aver distratto i suoi aguzzini si lanciò rapidamente nel fuoco, dove morì.
Tenendo conto dell’età avanzata in cui la Santa morì, si presume sia nata negli ultimi anni del II secolo o al principio del III secolo; una vita, la sua, dedita a diffondere il messaggio di Dio, caratterizzata da una condotta esemplare e degna, dunque, di ogni ammirazione.
Fu proprio il suo amore per Dio a scatenare la furia dei pagani, che infierirono su di lei con particolare crudeltà; il gesto di buttarsi tra le fiamme, pur di non commettere un peccato grave, suscitò, tra i cristiani, una particolare devozione nei confronti di Santa Apollonia.
Sin dal primo Medioevo il culto per la martire di Alessandria si diffuse prima in Oriente e poi in Occidente; in varie città europee sorsero chiese a lei dedicate, a Roma ne fu edificata una, oggi scomparsa, presso S. Maria in Trastevere;
A causa delle sue sofferenze, Santa Apollonia viene rappresentata iconograficamente come una giovane vergine con in mano una tenaglia che stringe un dente.