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Nanni (Fim-Cisl): manca una chiara strategia e un piano industriale europeo

Delegazione del sindacato a Bruxelles

redazione
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 La mancanza di una chiara strategia e di un piano  industriale europeo, sommato a decisioni aziendali sbagliate e ritardi negli investimenti nell'industria, il rischio di una  deindustrializzazione non è più una minaccia ma una realtà in tanti  settori. In Italia stiamo assistendo alle difficoltà che stanno affrontando  l'automotive e il suo indotto, la siderurgia e l'elettrodomestico.  Insieme alle cinque richieste che insieme al sindacato europeo  facciamo alla politica dell'Ue chiederemo  come FIM un fondo speciale per gli ammortizzatori necessari per  impedire i licenziamenti e sostenere gli invitabili situazioni di  crisi che già si stanno determinando

Queste le cinque richieste presentate insieme al sindacato europeo: 

Investire nella formazione dei  lavoratori per garantire una giusta transizione ed evitare  licenziamenti; 

Prevedere una politica industriale con forti  investimenti pubblici per una crescita inclusiva a condizionalità  sociali integrate in tutti gli investimenti pubblici; 

Investire in  reti e infrastrutture moderne per un'energia stabile, conveniente,  affidabile e a basse emissioni di carbonio; 

Rafforzare la  contrattazione collettiva e la partecipazione dei lavoratori al  processo decisionale; 

Garantire pratiche di acquisto eque e la due  diligence sui diritti umani lungo le catene di fornitura. 

L'Ue deve intervenire subito. A rischio non c'è solo l'economia e la sorte di migliaia di lavoratori ma la tenuta sociale dell'intera  Europa e con essa il progetto di pace e democrazia. I singoli Stati da soli ,in  questo nuovo scenario globale non hanno nessuna chance, solo uniti e  insieme potremmo ridare slancio al progetto Europeo, ma per farlo  dobbiamo lavorare ad una politica industriale che restituisca lavoro e fiducia alle persone nel futuro.

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