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San Paolo Miki: il gesuita morto martire in Oriente

Il 6° febbraio la Chiesa celebra San Paolo Miki: il giapponese condannato alla crocifissione proprio come il suo Dio, al quale mai ha sottratto la sua fede

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Oggi, 6° febbraio, è la memoria liturgica di San Paolo Miki e i suoi compagni. Furono ventisei, infatti, i martiri ad essere crocifissi per non aver mai abbandonato il Signore.

San Paolo Miki è stato il primo giapponese cristiano ad essere vittima della propria fede; non si trattava infatti di un missionario arrivato in Giappone per evangelizzare il proprio Credo, ma di un cittadino giapponese a tutti gli effetti.

Nacque, infatti, nel 1556 a Kyoto da una famiglia cristiana e benestante; all’età di vent’anni entrò nel seminario dei gesuiti, distinguendosi subito per la sua spiccata intelligenza e per un’instancabile dedizione e amore per lo studio.

Il gesuita Paolo, era considerato il miglior predicatore dei suoi tempi e di lui si diceva che mostrasse il suo zelo attraverso sentimenti affettuosi, piuttosto che con semplici parole.

Quella in cui crebbe il Santo, fu un epoca in cui il Giappone era abbastanza tollerante nei confronti dei cristiani, tanto che intorno al 1550 ne erano presenti oltre duecentomila.

La situazione mutò dal 1596 in poi: l’elevato aumento del numero dei convertiti, sommato alla presenza di un gran numero di missionari europei, fece sì che i giapponesi, sempre più allarmati, iniziassero a colpire la dottrina cristiana impedendone la sua diffusione e la sua pratica.

Inizialmente, fu ordinato l’arresto di tutti i missionari; in seguito le catture riguardarono anche tutti colore che si professavano cristiani.

Miki fu catturato a Osaka nel dicembre del 1596 e immediatamente incarcerato.

 Il 6 febbraio del 1597, lui e altri ventisei cristiani vennero messi a morte, tramite crocifissione, su una collina nei pressi di Nagasaki, denominata poi “La santa collina”. Legati con funi sulle croci, vennero trafitti da due lance incrociate, trapassanti il cuore.

San Paolo Miki e i suoi compagni furono lieti di morire in croce, proprio come Gesù, al quale mai sottrassero la loro fede.

Egli, prima di morire, offrì il perdono ai suoi carnefici e predicando, un’ultima volta, il Regno di Dio invitò tutti i presenti ad abbracciare la fede cristiana, vivendo seguendo l’esempio del Signore.

Pochi istanti prima di morire, San Paolo Miki, proprio come aveva fatto Gesù, si rivolse a Dio dicendo: “Nelle tue mani, Padre, consegno il mio spirito”.

Nel 1862, papa Pio IX lo proclamerà Santo.

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