Uno, cinque, dieci, venti ricordi, tanti ricordi di una persona a noi cara possono riportarla in vita? Di sicuro non letteralmente, in carne e ossa, ma nei nostri cuori sì... Come? Aprendo una porta del tempo attraverso la cui soglia possiamo essere catapultati indietro di anni, a quegli anni e a quelle emozioni provate che, solo apparentemente, sono scomparse.
È sostanzialmente questo, credo, ciò che è successo a ciascuna delle persone – ex alunni, ex colleghe, amici di famiglia… – a cui ho chiesto di condividere un ricordo, un pensiero, una parola su una persona speciale, comune a tutti gli interessati: la Maestra Roselli, Maria Carmela Roselli.
Nata nel 1941, è scomparsa in un giorno di settembre del 2021, il giorno 30 di un mese di inizio anno scolastico, un anno scolastico come i tanti che anche lei in tutta la sua carriera, ha iniziato e portato avanti guidando tutti i suoi allievi (tra cui anche me) con l’amore di una mamma, l’“istituzionalità” e l’austerità di una persona adulta, la competenza e la creatività di una docente antesignana di molte pratiche e tecniche educative, la complicità di una compagna di viaggio.
Ebbene, oggi avrebbe compiuto 81 anni e con questo articolo vogliamo commemorarla e omaggiarla.
Il risultato di questa convergenza di pensieri avvenuta nei giorni passati è una sorta di collage, un mosaico che con tutti i suoi tasselli speriamo restituisca ai lettori e alla Comunità il ritratto di una mamma/moglie/insegnante/amica/donna impegnata nel sociale, personalità fondamentale per il paese di Cupello.
Personalmente, questo viaggio indietro nel tempo mi ha portato, dopo tanti anni, in una classe dalle pareti zeppe di cartelloni tra cui spiccano “Vedo Rosa” e “Vedo Nero” (titoli di due delle tante attività e progetti in cui ci coinvolgeva). Alla cattedra Lei, con il suo aspetto rigoroso, quasi solenne, pronta ad accoglierci e a intraprendere ogni mattina un percorso fatto di “salite” e “discese”, un percorso di cui solo a posteriori ho saputo cogliere il senso profondo e la portata, fondamentale per la cittadina e donna che sono poi diventata.
Tante le testimonianze raccolte, tra cui un pensiero finale della figlia Gabriella e di Don Nicola Florio, a cui avrei potuto aggiungerne molte altre se non avessi dovuto tener conto del necessario rispetto di spazi e battute, dunque buona lettura… e buon viaggio!
Maria Roselli era una bravissima persona, davvero! Ricordo quanto fosse legata al Circolo femminile degli Anziani di cui è stata la prima Presidente per diversi anni. Ci teneva tantissimo! Ricordo la grande festa preparata quando abbiamo iniziato: aveva organizzato tutto nei minimi dettagli, chi doveva fare cosa ecc. Il grande giorno abbiamo cantato, ballato, mangiato e offerto i dolci preparati nei giorni prima… una bellissima cosa. Non solo, era molto creativa, organizzava tante attività e, durante la settimana, ogni giorno facevamo qualcosa di diverso: ci impegnava facendoci realizzare dei “lavoretti”, ci coinvolgeva nel raccontare storie, cantare canzoni sia sacre che non. Era tutto molto variegato e organizzato, si facevano riunioni programmate, organizzavamo gite. E coinvolgeva tutte le oltre 130 persone presenti, anzi spesso capitava che anche chi non faceva parte del Circolo veniva ad ascoltare le storie che raccontavamo e a trattenersi. C’era allegria, non si litigava mai. Non credo ci sia stata più una presidente come lei.
Adele D’Ovidio, amica
In questi anni così cambiati mi piace ricordare della maestra Roselli i valori inestimabili che la contraddistinguevano sia nel campo lavorativo che nelle relazioni interpersonali quali: Amore per la famiglia, senso del dovere, onestà intellettuale, disponibilità e.... potrei continuare ancora!!! Ecco sarebbe bello che si tornasse ai valori universali che sono maturati nell’uomo nel lungo cammino della sua crescita evolutiva!
Fina Cialone, ex collega
Porterò sempre nel mio cuore, Maria Roselli, una tra le persone che ho incontrato e che hanno lasciato un'impronta nel mio percorso di vita. C'è stata tra noi grande stima reciproca: ci univano gli stessi ideali e gli stessi valori sia nel quotidiano che sul piano professionale. Grazie per tutto quello che, incontrandoti, hai lasciato nei nostri cuori.
Carmela Giuliano, ex collega
Degli anni trascorsi con la mia Maestra (cosi l’ho sempre chiamata) ricordo ogni cosa, perché sono stati anni di inteso scambio affettivo. Ricordo quando con il suo aspetto apparentemente severo, che ho costretto a immediatamente dissiparsi, mi accolse il primo giorno di scuola. Abbozzai un minimo di resistenza a seguirla in aula e lei mettendomi la mano sulla testa e chiamandomi per nome mi disse “ci troveremo bene insieme”. Mi chiesi: “Come “insieme”, non sono forse io a dovermi adeguare a lei?”… ma a rassicurarmi fu quel suo sguardo che mi entrò subito dentro. Allora la seguii trovando i miei compagni spaventati “come al primo giorno di scuola”; io invece avevo avuto la sua rassicurazione e avevo capito che era una donna dolcissima. Era una maestra innovativa - si direbbe oggi - e speciale, senz’altro speciale. Sapeva di avere una classe variegata, con potenziali diversi e inclinazioni diverse e riusciva a dedicarsi ad ognuno di loro con progetti mirati che coinvolgevano, però, sempre tutta la classe. E così ci si occupava di economia domestica, ma anche di giornalismo - con interviste da svolgersi nel paese - e di ricerca storica. Con un taccuino e successivamente con un piccolo registratore a cassette, ci mandava a casa dei vecchietti a sapere della guerra e di come l’avevano vissuta. Un vecchietto un giorno, che era stato più volte visitato, al suono del campanello disse alla moglie, apri apri “chiss è li studind di la maestra Rosell”. Insomma, il paese sapeva che a scuola facevamo cose nuove per quei tempi. Ricordo un giorno, venne in classe con un documento che conteneva riferimenti sul primo Municipio di Cupello e, come una sorta di caccia al tesoro, tutti a cercarlo. Era un modo di fare scuola che ci affascinava, ma soprattutto sapevamo di essere tra i primi a farlo.
Potrei ricordarli tutti i suoi amati “progetti”, ma il filo comune di ognuno di essi era la sua sempre dichiarata volontà di fare di noi “cittadini esemplari” e di insegnarci a inseguire le “nostre passioni”. Quanto ai sogni da bambino, poi, ci ha insegnato a non averne mai paura. C’era sempre un momento in cui la didattica doveva attendere e ognuno di noi era invitato a parlare a ruota libera dei suoi sogni, delle sue paure, senza che in classe se ne potesse ridere. Alcuni erano davvero buffi, ma la mia Maestra sapeva che per noi non erano solo sogni, e su di loro lavorava. Per me è stato diverso fu lei a farmi nascere il sogno della mia vita, forse perché ne coglieva evidente i segni caratteriali e la naturale inclinazione. Sta di fatto che ancora ad oggi dico a tutti, non ho scelto la mia professione, la mia Maestra me l’ha indicata. Di lei non potrò mai dimenticare il suo sguardo che sapeva mutare dal severo al severissimo e poi al dolcissimo.
Rimarrà per sempre impressa nella mia memoria la sua determinazione, nel seguire tutti i suoi alunni sui banchi di scuola e fuori, anche da ragazzi e da adulti. Ad esempio, quando facevi qualche marachella in giro per il paese, non si sa come, dopo due o tre giorni la Maestra Roselli veniva a saperlo e altrettanto casualmente ti capitava di incontrarla; magari in compagnia della sua famiglia o di qualche amica. E allora sapevi che lei si sarebbe discostata da loro e ti avrebbe messo di fronte alla tua coscienza.
Tanti progetti si fanno oggi nelle scuole, ma spero che si riesca a penetrare il cuore dei bambini come sapeva fare lei. Sono sicuro che lei, però, rimarrà sempre speciale, perché a sua volta si faceva toccare il cuore da ognuno di noi. L’ho sempre saputo e ne ho avuto conferma nel nostro ultimo incontro, circa un anno prima della sua morte, quando le presentai la mia famiglia e lei mi disse: “Sai, questo bambino lo guardavo prima, quando mi è passato vicino e mi sono detta: questo sguardo io lo conosco. È come se gli avessi insegnato”. Con la sua amata figlia Gabriella ne abbiamo parlato all’indomani della sua morte e abbiamo dovuto concludere che la sua gelosia per gli alunni della madre, non aveva ragione di esistere, perché la mamma aveva un cuore grande e aveva un pezzetto per ognuno.
Sandro D’Aloisio, ex alunno
La maestra Roselli mi ha insegnato tanto ed è sempre riuscita a valorizzare il meglio di me!
Se oggi sono quello che sono, molto lo devo a Lei.
Fabio Forgione, ex alunno
Il lavoro della mia maestra, la maestra Roselli, così la chiamavamo, cominciava prima dell'orario scolastico, e sì, lo ricordo bene! Tutte le mattine in fila, in via Vittorio Veneto, davanti al suo garage per andare a scuola con la maestra. Mi sembra di vederla aprire la porta, chiavi in una mano e cartella nell'altra... “Buongiorno! Su su che oggi abbiamo tante cose da fare!”… e viaaaa sulla sua Fiat 131 blu.
In cinque anni di scuola non ricordo episodi negativi, certamente si lavorava molto e i rimproveri erano frequenti come lo erano le parole di incoraggiamento e di lode. Il rispetto per le persone e per i beni comuni l'ho imparato alle elementari, con lei.
Lo scorso anno, qualche giorno prima dell'incidente dal quale la maestra non si è più ripresa, ho trascorso una giornata con lei, a casa sua, si è presa cura di me ancora una volta, non con i libri ma organizzando un buon pranzo! Ho avuto modo in questi anni di apprezzare la sua umanità, il suo altruismo, sempre pronta a dare conforto a chi si trovava in difficoltà e concludo dicendo che, almeno per me è così, una maestra è per sempre, la maestra Roselli per me è stata così!
Barbara Di Fabio, ex alunna e amica di famiglia
Ho molti bei ricordi della maestra Roselli ma in particolare ricordo con molto piacere i momenti in cui la mattina il marito della cara Maestra veniva a scuola per portarle il caffè. Mi faceva tenerezza vedere la maestra così minuta con accanto l’uomo della sua vita e, con gli occhi da bambina, vedendo tutte le attenzioni che lui le riservava, pensavo a quanto si amavano e si volessero bene.
Carla Ricciardi, ex alunna
“La maestra”: questo è stata per me e questo è oggi per me… un ricordo nitido e amorevole. Si dice che finché c’è ricordo c’è vita e la maestra Roselli me ne ha lasciati tanti di dolci ricordi d’infanzia, sempre presente e affettuosa in ogni tuo gesto. Non è stata “solo” una maestra perché l’amore che ha donato ai suoi alunni va oltre ogni confine.
Cristina Di Fabio, ex alunna
Io la mia maestra la adoravo, le ero molto affezionata. Per me era un idolo, per me era tutto. Quello che diceva la maestra era oro. Dicevo sempre che quando sarei diventata grande volevo essere come lei. Questa è la cosa che mi è rimasta di più: aspiravo a diventare come lei perché la vedevo come la donna perfetta: buona, di cuore, severa, se sbagliavi qualcosa rimproverava ma accettavo tutto perché era giusto. Lei era sempre nel giusto e ci ha insegnato davvero a vivere nell’onestà, nella sincerità, nell’obbedienza, nel rispetto. La Maestra Roselli era il mio idolo, posso dire solo questo.
Giovanna Boschetti, ex alunna
Il Sabato mattina leggevamo un libricino illustrato che s'intitolava "Il giardino segreto" (o incantato) che ahimè ho perso di vista ma lo ricordo molto bene. C'erano fiori parlanti che conducevano una vita umana. Qualcuno si cacciava nei guai e l'amico rimediava. Il mio personaggio preferito era Cardo, un fiore contadino. Poi la ginnastica a me ostile e infine la grammatica che con qualche tirata di orecchie si è ficcata per bene nel cervello a tal punto che gli alunni della Maestra Roselli, alle scuole medie, si distinguevano rispetto a tutti gli altri (mi si perdoni la sempre errata generalizzazione). Questo era il sabato mattina. E le gite scolastiche nelle quali cantavamo canzoncine curiose e fanciullesche. Era l'epoca del maestro unico che insegnava tutte le materie e non permetteva che qualcuno rimanesse indietro o che non capisse una formula, una regola, una prassi. Era l'epoca in cui i maestri già non indossavano più i grandi grembiuloni blu, ma la Maestra Roselli continuava ad utilizzarlo. Un simbolo di uguaglianza di classe tra alunni, maestri e bidelli. Che spettacolo era la scuola di allora e che fortuna essere nati seppur alla fine di quel mondo, dentro quel mondo... Le devo molto! L'intera comunità le deve tanto!
Dario Leone, ex alunno
Quando penso alla maestra Roselli mi viene sempre in mente: “Davanti a -are, -ere, -ire la mutina va a dormire”: filastrocche come queste che lei ci ha insegnato e che sono rimaste nel tempo, che ci permettono di non parlare male e di non sbagliare a scrivere. È stata una grande insegnante di Italiano, severa al punto giusto ma con delle tecniche e strategie che allora erano molto avanzate, lei stava già avanti. Ricordo benissimo quanto tenesse all'ordine e alla pulizia sia personale che del nostro banco, dei nostri quaderni e questa è solo una delle tante cose che mi sono rimaste dentro...
Marilena Claudio, ex alunna
Sicuramente quello che la maestra Roselli è riuscita a insegnarci è il rispetto delle persone, specialmente per gli adulti e per il ruolo che si riveste. Ricordo che nonostante fosse tutta d’un pezzo era anche quella che era più creativa nel farci fare i lavoretti per le varie ricorrenze. Era una persona molto attenta alle vicissitudini che successe a noi alunni, anche finita la scuola. Ha avuto sempre un bel pensiero per noi anche quando siamo cresciuti, ci siamo diplomati e siamo diventati genitori. La cosa bella è che nonostante fossimo “diventati grandi” ci ha sempre riconosciuto e ha avuto sempre un bel ricordo di noi. In queste attenzioni si può capire che teneva molto a noi ex alunni. Ricordo con piacere, ragionando da adulta, il fatto che se c’era qualche bambino con difficoltà di apprendimento o che aveva un comportamento più vivace, la maestra Roselli non ha mai tentato di isolarlo piuttosto cercava di integrarlo al meglio possibile in classe, magari affiancandogli bambini che andavano meglio, per condurli allo stesso livello.
Valentina Verini, ex alunna
Rivedo la maestra Roselli nell’aula che cammina tra i banchi col suo passo calibrato e leggiadro. Indossa un abito raffinato stretto in vita, ha i capelli vaporosi e lo sguardo che brilla di un’arguta energia. Mentre si soffermano su noi studenti, i suoi occhi si spingono nel profondo, scorgendo le scintille che nascondiamo tra le pieghe dell’anima, spronandoci a dare il meglio, a non arrenderci, a scovare la forza per inseguire un sogno, mentre lei attende fiduciosa che sbocciamo.
Non mi perdono di non averla rivista, per le tante difficili circostanze della vita che mi hanno separata dalla mia terra e dai miei cari, e mi porterò dentro il rimorso e l’amarezza per non aver potuto riabbracciarla, per non averle detto, guardandola negli occhi e stringendo le sue mani nelle mie, grazie di avere creduto in me.
Custodirò gelosamente il suo ricordo e il dono prezioso che averla avuta nella mia vita è stato per me.
Alessia Argentieri, ex alunna
La maestra Roselli, con la sua autorità e passione per il suo lavoro, mi ha trasmetto non solo la voglia di migliorarmi sempre ma soprattutto la passione per le materie letterarie, in particolare per la letteratura (ricordo ancora il “Sabato del villaggio” letta da lei). Credo che grazie a lei (e poi all’insegnate di Italiano della scuola secondaria di I grado) ho deciso di iscrivermi ad una facoltà umanistica. Ringrazio la maestra Roselli perché è stata un esempio per tutti noi soprattutto come donna, indipendente e in carriera, che ha influenzato la nostra visione di donna e che ci ha spinto a diventare quello che siamo oggi.
Marina Marra, ex alunna
È stata una maestra straordinaria, una mamma, un’insegnante. Ci ha messo in mano il futuro, ci ha insegnato tutto, non solo l’italiano e la matematica. Ci ha dato delle nozioni grammaticali e non solo che sono diventate bagaglio culturale per noi. E le ha date a tutti , non solo a chi era più bravo di qualcun altro. Era davvero una grandissima maestra.
Al di la delle nozioni scolastiche ci ha insegnato moltissimo, prima di tutto che la vita non è tutta rose e fiori ma ci ha messo veramente di fronte alla realtà. Ci ha insegnato, anche se eravamo bambini, che nella vita bisogna essere forti per affrontare le sfide. E le sfide ci sono tutti i giorni e in vari ambiti, lavorativo, sentimentale, familiare, scolastico… una grande maestra.
Ricordo benissimo un progetto sperimentale, “Il Giardino segreto”, un progetto coordinato anche con psicologi, su diverse tematiche - tra cui l’uso di droghe, ad esempio - a cui si avvicinavano i bambini attraverso delle storie. Poi in base a questo percorso dovevamo comporre delle drammatizzazioni, dei dialoghi in cui dovevamo inventare delle storie facendo riferimento a quanto letto. Ho ancora il quadernone… per ogni favola, inoltre, dovevamo compilare un questionario, il tutto sotto forma di gioco, dalla seconda alla quinta primaria. Ricordo anche il titolo di una di queste favole, “Il filtro magico”. È stata una persona eccezionale. Ci sono davvero tante cose belle che ricordo, ad esempio, le gite non erano “gite” ma” viaggi di istruzione” perché andavamo a fare un viaggio per imparare qualcosa: nei giorni precedenti, quindi, facevamo delle ricerche su ciò che sarebbe stato oggetto di visita e al ritorno, l’indomani, si doveva raccontare quanto fatto. E ancora, la mattina quando si arrivava va a scuola, ognuno di noi aveva dei compiti: alle 8, prima che arrivasse lei c’era chi doveva innaffiare le piante, chi doveva mettere in ordine o altro, si dovevano scrivere dei pensieri o delle poesie o riportare una notizia che avevamo ascoltato al telegiornale la sera prima. Per noi bambini al momento poteva sembrare faticoso ma poi ci siamo ritrovati tutto, tutto.
Marianna Menna, ex alunna
Il ricordo che ho della maestra Roselli è quello di una grande insegnante, donna e mamma! È stata la persona più materna che la scuola possa aver avuto a mio avviso in quegli anni ma soprattutto ha dato importanza all’educazione di noi alunni prima di tutto! Conserverò lo sguardo rigido e severo dentro di me così come quel bel sorriso che la contraddistingueva. La ringrazio per avermi insegnato la didattica ma soprattutto la cura del corpo, dell’ordine e a volerci bene!
Giulia Costantini, ex alunna
Ricordo la maestra Roselli come una donna tutta di un pezzo, nonostante la sua fisicità minuta riusciva a trasmettere a diffondere tanta energia, ed è per questo che noi alunni riuscivamo ad apprendere. Era una donna autoritaria ma grazie a questo le più grandi nozioni della lingua italiana le ricordiamo ancora oggi. Aveva una grande passione per il suo lavoro e a modo suo lo dimostrava. Talvolta era troppo severa e all'epoca non lo capivamo, visto che eravamo bambini, ma oggi le dobbiamo solo dire grazie.
Federica Cialfi, ex alunna
La maestra Roselli è presente in ogni momento della mia vita perché ciò che ho appreso da lei è indelebile, è insostituibile, è prezioso, è vitale. La ringrazio davvero di cuore per gli insegnamenti, per l’umanità, per la gentilezza e la giusta severità. È sempre nel mio cuore.
Caterina Pomponio
Ricordo con affetto la cara Maria Carmela, nel giorno del suo primo compleanno in Paradiso (si, lo so che lassù si è nell'eternità e che il tempo non c'è più... ma che volete, siamo umani e non possiamo che esprimerci con le categorie che ci appartengono). Tanti sono i ricordi che mi porto nella mente e nel cuore, ma un particolare mi fa sorridere: quando si andava a pranzo da lei, bisognava fare almeno prima una settimana di digiuno! Per lei accogliere un sacerdote in casa era un grande onore, e lo dimostrava con la sovrabbondanza delle sue squisite pietanze. Quante risate con l'amata figlia Gabriella, in imbarazzo per l'insistenza con la quale ci porgeva i piatti. Ecco, ora la penso seduta al banchetto del cielo, insieme ai suoi cari, servita da Cristo Sposo con la sovrabbondanza del suo Amore. Lei che in terra ha "nutrito" i sacerdoti in Cristo, ora in cielo è nutrita da Cristo Sacerdote. Riposi nella Sua Pace.
Don Nicola Florio, Parroco Parrocchia Natività di Maria SS.
Cara e dolce Mamma,
ho sempre colto la tua immensità che ora per me si colora di infinito, per una vita come l'hai vissuta tu, non di apparenza ma di essenza e spessore, ma per me da figlia tutto questo può essere scontato e naturale eppur si tinge di rinnovata meraviglia nel leggere tanto affetto nelle parole sincere e vissute dei tuoi cari tanti alunni, colonne portanti della tua vita assieme alla famiglia e alla fede cristiana e tutto questo mi riempie di gioia e orgoglio immensi e sono certa che oggi per te siano il regalo più bello, perché come mi ripetevi sempre quando in questo giorno mi lambiccavo a cercare il regalo che ti piacesse di più, mi dicevi che a te bastava solo l'affetto e l'Amore quotidiano, null'altro. Nelle pieghe dei loro racconti ho riletto quegli anni fatti di passione ma anche di tanto sacrificio per il tuo lavoro e perenne attenzione soprattutto ai bisogni dei più fragili, nuove sfide quotidiane in cui mettevi tutta te stessa senza mai risparmiarti, ma rispettando e accogliendo sempre le diversità. "Eri avanti" e so che con la coerenza e onestà anche intellettuale, sei andata in pensione quando quella trasformazione e burocratizzazione stonavano con la tua spinta formativa e di avanguardia più incentrata sull'alunno come individuo-persona da accogliere, amare e potenziare che su una collettività stile-massa e numerica, tu sei stata sempre libera e indipendente nella coerenza dei tuoi principi ricevuti e vissuti, dei tuoi ideali, senza mai piegarti a logiche di convenienza o di camaleontismo. Una scelta che ti è costata, perché tu amavi quel mondo, i tuoi ragazzi, ma allo stesso modo amavi anche la tua famiglia e avevi capito che forse quello sarebbe stato il momento giusto per darle più tempo, perché tu agivi col cuore ma anche con grande lungimiranza. Sei stata e rimani per me la mente geniale, intuitiva e innovativa, appoggiata su un'anima nobile e sensibile, autorevolezza e abbraccio, protezione salda e generosità instancabili, forza e coraggio senza limiti, resilienza e coerenza, ironia e tenera dolcezza, umiltà senza vanagloria, significato ed espressività anche nei silenzi e sempre affido in quel rosario tra le tue mani all'alba e ad ogni tramonto, che terminava con un “Grazie Signore dei tuoi doni elargiti”. Di nozioni è pieno il mondo, di insegnamenti di vita meno e quelli restano per sempre nei cuori di chi ha compreso la tua unicità e autenticità ed è solo quello che permette di vivere e rimanere per sempre. I tuoi no, a volte difficili da attraversare, sono diventati la nostra forza, i tuoi sì il nostro coraggio. Ci hai insegnato a non demordere, a non smettere di credere ai nostri sogni, a puntare sempre in alto per superare i nostri limiti, per se stessi non per il plauso altrui, a trovare sempre nuovi stimoli nel lavoro e nuovi sguardi sul mondo, ti sei donata senza risparmiarti mai e quello che ci hai dato si sente, si vive, si diventa, si è, non c'è eredità più grande che un genitore possa lasciarti e voi lo avete fatto e non andrà mai perso, impreziosisce ogni nuovo giorno. Ricordo poi la passione organizzativa e la massima trasparenza nel periodo del circolo femminile, lo abbandonasti solo quando il dolore della perdita di papà ti ha impedito di proseguire, ma hai sempre portato nel cuore le tue care signore, col tuo senso di appartenenza alla tua comunità da te tanto amata.
Concludo, ringraziando Giuliana Chioli amica e promoter di questo bellissimo regalo per noi, Marianna Forgione sua cara alunna che ne ha permesso con amorevolezza la realizzazione e tutte le persone care che hanno avuto un pensiero per te. Le chiavi d'accesso a quel "Giardino segreto" che ricordo anch'io ce le hai consegnate un giorno, ad ognuno la sua e ogni volta che i tuoi insegnamenti si riaffacceranno nei nostri percorsi di vita tu continuerai a vivere e rimanere con noi per sempre. Sant'Agostino diceva "non rattristiamoci di averla persa ma ringraziamo di averla avuta".
Grazie di cuore a tutti, anche dalla Maestra.
Gabriella