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"Utopia": cronaca di una commemorazione annunciata

Il Comune di Cupello onora la memoria collettiva dei concittadini periti nel naufragio del 1891

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Il mare formicolava di corpi umani che si dibattevano in mezzo alle onde, innalzando spaventevoli grida esprimenti l’angoscia ed il lamento supplichevole di un’ultima preghiera. Si vedevano gli uomini lottare selvaggiamente e disputare ad altri naufraghi un salvagente”: a questo estratto, dal volume “Il naufragio dell’utopia. Il Titanic degli abruzzesi dimenticati” di Marino Valentini (edito da tabula Fati nel 2013), la Biblioteca Comunale di Cupello ha affidato il lancio di un post con cui lo staff composto da Pietro La Torriera, Roberta Mele, Pierfrancesco Ricciardi, Marianna Forgione, affiancati dal giovane archeologo Simone Cicchini, ha ricordato alla comunità cupellese una ricorrenza forse ai più totalmente sconosciuta. Parliamo dell’anniversario del naufragio del piroscafo Utopia, una tragedia, considerata la più grande strage nella storia dell’emigrazione italiana, in cui furono coinvolti anche quattro cupellesi: tre di questi - Maria Angelini,Sebastiano Maranca, entrambi di ventisei anni e Luigi Napoleone Tasca , di sette anni– perirono nel naufragio mentre un altro, Antonio Antenucci (figlio di Cesare) si salvò e continuò il suo viaggio verso l’America.

Partito il 12 marzo del 1891 dal porto di Napoli in direzione New York, dopo soli cinque giorni di viaggio, Utopia, nome evocativo dal sapore beffardo vista la tragedia di cui la nave fu protagonista, affondò in meno di venti minuti nelle acque più profonde dello stretto di Gibilterra e con essa sogni e speranze di molti italiani, per lo più contadini non alfabetizzati, salpati alla ricerca di fortuna e speranza.

Molti dei periti non furono mai ritrovati, altri cadaveri, invece, furono rinvenuti stretti tra loro, difficili da districare, avvinti come in un ultimo eterno abbraccio.

Parliamo di una storia che, grazie a una virtuosa collaborazione di menti, esperti, storici, appassionati locali e non, sta pian piano tornando a galla per trovare nuova luce, nuova voce e, ci auguriamo, nuova pace contro un destino malvagio e beffardo.

A tal proposito, nella giornata di ieri, 17 marzo in cui ricorreva l’anniversario del naufragio, il Comune di Cupello ha partecipato all’incontro internazionale, in diretta streaming sulla piattaforma zoom, “Il naufragio, i naufragi” – Il Mediterraneo specchio della memoria collettiva

Tra gli intervenuti, Patrick Canessa, Console Onorario Italiano a Gibilterra, Michele Schiavone, Segretario del Consiglio Generale Italiani all'Estero, ed altri ospiti, raccolti in un momento di commemorazione collettiva per ricordare le nostre vittime.

Una diretta, aperta a tutta la cittadinanza, grazie alla quale, partendo dall’episodio di Utopia, abbiamo potuto cogliere aspetti profondi come l’importanza del fenomeno migratorio, specie nel passato, a cui spesso non si attribuisce il giusto valore; la necessità di conservare la memoria storica, di riscoprire le nostre radici che altro non è che un ulteriore modo per comprendere chi siamo.

“Un fatto muore quando nessuno più lo racconta”. Questa citazione di Erodoto è stato il filo conduttore degli interessanti interventi a cui abbiamo assistito; che siano cittadini residenti nelle varie zone d’Italia o oltreoceano, l’obiettivo è quello di ridare alle vittime un volto,una dignità, ricostruire le loro storie così da creare un legame tra passato e presente.

Il passato, per quanto avvolte sia stato crudele, è il più grande patrimonio dal quale poter attingere e da cui partire per interrogare le nostre coscienze su ciò che non è stato ancora fatto e su ciò che si può ancora fare:  indagare, appassionarsi ai vissuti dei nostri antenati, creare un dialogo e “tessere” una rete di informazioni tra comuni per ricostruire e unire storie che, seppur lontane nel tempo, hanno permesso di avvicinarci e di essere una sola grande comunità, ovunque noi siamo! 

Passione e curiosità che vanno alimentati sin dai banchi di scuola poiché parliamo di un sentimento comune che riguarda tutti noi, nessuno escluso e che, come tale, non ha età.

Come hanno ribadito il sindaco Graziana Di Florio e l’Assessore alle Politiche Sociali Giuliana Chioli, Cupello si è da subito adoperato per impedire che le storie dimenticate dei nostri concittadini periti siano vittime di un ulteriore naufragio.

Pertanto, dopo settimane di ricerche consultando i nostri archivi comunali , abbiamo “ridato vita” a quelli che per noi, inizialmente, erano solo nomi; abbiamo formulato ipotesi tentando di comprendere ciò che ha spinto questi quattro cupellesi  a imbarcarsi su una nave alla ricerca di un futuro migliore. 

A tal proposito, a luglio, la prof.ssa Pina Mafodda e il dott. Marino Valentini saranno a Cupello per raccontare, a tutta la cittadinanza, insieme ad un gruppo di volontari che hanno collaborato alle ricerche storiche, notizie e dettagli inediti relativi alle famiglie cupellesi coinvolte in questo capitolo triste ma significativo di una storia che ci coinvolge e interpella anche a distanza di 131 anni.

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