Santa Francesca Romana aveva la straordinaria capacità di conquistare l’affetto e la stima di tutti coloro con cui veniva i contatto e fu forse per questo che venne riconosciuta come Santa dalla gente comune prima che dalla Chiesa.
Nacque a Roma nel 1384 e viene battezzata con il nome di Francesca; i suoi genitori appartenevano a due delle più illustri famiglie romane, pertanto ella crebbe nell’agio ma anche in uno spirito profondamente religioso.
Francesca e la madre frequentavano, costantemente, la chiesa di Santa Maria Nuova, tenuta dai monaci benedettini.
Fu proprio ad uno di questi monaci, Antonio di Monte Savello, che venne affidata la formazione e la guida spirituale della Santa.
Antonio rimase il padre spirituale di Francesca per oltre trentacinque anni.
Fu una bambina saggia e precoce, devota al punto da costruirsi in casa un piccolo altare, come luogo del suo personale incontro con Dio.
Percepì, dunque, da subito il desiderio di volersi fare suora, confidandolo ad Antonio; ma quando, ad undici anni, chiese ai genitori il permesso di seguire la sua vocazione, ricevette un secco rifiuto poiché, il padre aveva già stabilito che si sarebbe dovuta sposare con Lorenzo dei Ponziani, un giovane di pari ceto. Nessuna supplica avrebbe potuto rinnegare la parola data.
Così, Antonio suggerì a Francesca di accettare tale situazione come atto d’obbedienza alla volontà di Dio; a soli tredici anni divenne la moglie di Lorenzo.
La Santa fece di tutto per rendere felice suo marito e i suoi genitori, ma aveva il cuore appesantito dal dolore e spesso si ritrovava sola, travolta dal pianto.
La cura alla sua inquietudine arrivò grazie ad una visione celeste che le ridonerà pace e serenità per poter affrontare il matrimonio.
Nella nuova casa, Francesca trovò aiuto e sostegno nella cognata Vannozza, devota e sensibile, di grande carità, insieme alla quale poco per volta, trasformò la ricca casa di Trastevere in un punto di riferimento per i molti bisognosi della città.
Con grande umiltà e semplicità Francesca accettò i grandi doni della vita coniugale, come l’amore dello sposo, i suoi titoli nobiliari, le sue ricchezze, i tre figli nati dall’unione.
Quando la città venne colpita dalla peste, l’epidemia portò via con se due figli della Santa; inoltre la guerra scatenata dalle truppe di Ladislao, sostenitore dell’antipapa, restituì a Francesca un marito gravemente ferito, mentre l’unico figlio rimastole venne preso in ostaggio.
Sventure familiari che non piegarono il suo animo, sostenuto dalla presenza efficace del suo angelo custode, che lei quasi “sente” camminare accanto a sé.
Roma trovò, in Santa Francesca, un modello di fede e una guida; infatti, le sue ricchezze vennero messe a disposizione della cura di malati e bisognosi. Per tutti ha parole di conforto e di speranza, un aiuto, un sorriso.
Assieme ad una ristretta cerchia di donne fidate fondò un sodalizio di Oblate, alle quali affidò l’assistenza dei poveri. In un secondo tempo, si adoperò per la fondazione di un monastero dove raggiunse le altre donne dopo la morte del marito, nel 1436.
Santa Francesca Romana morì il 9 marzo 1440 nella sua casa, a Trastevere.
Roma la considerò, da subito, Santa: tutta la città, infatti, accorse per venerarne la salma e la sua fama sfidò il tempo.
Nel 1608, Francesca venne, ufficialmente, iscritta nell’albo dei santi.
Ancora oggi le giovani coppie, per la celebrazione del matrimonio, prediligono la chiesa di Santa Maria Nuova, nella quale custodite le sue spoglie.
Santa Francesca Romana è la patrona di Roma e degli automobilisti romani; invocata contro la peste e per la liberazione delle anime del Purgatorio è anche protettrice delle vedove.