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Distrutte panchine e tavoli della Villa Comunale di Vasto

Nuovo gravissimo episodio notturno di vandalismo

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Alcol, maleducazione, violenza, schiaffi, coltellini che sbucano improvvisi, sono la quotidianità di alcuni giovanissimi – nell’età della scuola secondaria di primo grado o al massimo dei primi anni della scuola secondaria di primo grado – anche nel centro e non solo di Vasto. Gruppi sparuti, pochi ragazzi, che preoccupano gli adulti e i loro coetanei. Sono una piccola minoranza ma la loro presenza è ben visibile nel comportamento violento contro altri ragazzi e nei raid vandalici sempre più frequenti.

L’ultimo episodio di vandalismo nel cuore di Vasto è avvenuto nella notte tra sabato e domenica, nelle ore in cui tantissimi giovanissimi si ritrovano in città anche dai comuni circostanti per divertirsi, stare insieme, condividere ore liete e di socialità. Non tutti, perché purtroppo ci ritroviamo ad iniziare la settimana con l’ennesima notizia di distruzione di beni pubblici. 

La denuncia è stata pubblicata da un cittadino sul popolare gruppo “Sei di Vasto se”: panche e tavoli della Villa Comunale di Vasto vandalizzate, distrutte. È passato solo un mese dall’ultimo precedente: il raid vandalico nel parco Michele Fazio con la targa in ricordo del giovane Ivano è stata vandalizzata e gettata a terra e le cinture di sicurezza del gioco inclusivo strappate nel parco di Via Ciccarone. «Un atto del genere rappresenta una mancanza di morale e rispetto della memoria e di ciò che quella targa rappresenta, per chi ha pensato a quell’angolo di memoria, un simbolo del dolore della sofferenza della diversa abilità – le parole con cui espresse profonda indignazione l’ex consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Pietro Smargiassi - È qualcosa di più di un atto vandalico, è la profanazione della memoria, equivale alla distruzione di una lapide al cimitero, un atto vile, codardo, vigliacco». «La mia non è solo indignazione condivisa ma rassegnazione di un genitore che vede in questi ragazzi la perdita di valori, l’assenza di educazione, l’abbandono da parte dei genitori – concluse Smargiassi - Profanare quella targa è molto più di un atto vandalico. È il fallimento della nostra generazione come educatori, è la disperazione di chi vede nella prossima generazione il nulla». «Ogni scritta sui muri, ogni rifiuto abbandonato, ogni atto di vandalismo rovina ciò che appartiene alla collettività, cioè anche a voi stessi. La comunità non è il posto dove sfogare rabbia o disinteresse: è la casa di tutti – l’amareggiata riflessione dell’assessora alle politiche sociali Bosco - Chi ama davvero la propria città non la sporca, non la distrugge, non la umilia. Essere cittadini significa custodire e rispettare, non calpestare». 

La scorsa primavera diversi raid vandalici avevano visto vittime le attività di piazza Barbacani, a pochi passi dal municipio vastese. «A Vasto i nostri ragazzi devono sentirsi al sicuro: uscire in piazza, prendere un gelato, stare con gli amici senza paura dovrebbe essere normale e invece, gruppi di ragazzini conosciuti li bullizzano, li spaventano, a volte li aggrediscono, non è una ragazzata, è violenza e va fermata» è stato l’appello lanciato da un cittadino vastese nei giorni della Pasqua, rivolto soprattutto alle istituzioni locali. «Episodi di bullismo e comportamenti violenti destano preoccupazione e non possiamo ignorarli» le dichiarazioni dell’assessora Anna Bosco che ha raccolto la denuncia e il grido d’allarme del genitore e operatore economico cittadino. «Parlarne è fondamentale. Come amministratori, genitori, educatori e cittadini dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia il problema e costruire insieme risposte concrete. Ogni ragazzo ha il diritto di sentirsi al sicuro, sempre» ha sottolineato la delegata alle politiche sociali della giunta Menna.

Ripetuti atti vandalici che si aggiungono all’inciviltà notturna di chi si lascia andare ad eccessi alcolici, abbandonando rifiuti di ogni tipo negli angoli più diversi della città.

Negli stessi giorni degli atti vandalici nei parchi pubblici di via Ciccarone e via Petra l’ennesimo raid ha colpito una pensilina nel quartiere San Paolo. Un botto enorme nel cuore della notte e alcune voci. È quanto avevano sentito alcuni residenti. Il rumore percepito era stato causato, l’amara scoperta la mattina successiva, da alcuni vandali che avevano devastato la pensilina ad una fermata degli autobus in via Alcide De Gasperi a pochi passi dalla Villa Falcone e Borsellino. Staccato un pannello in plexiglass e danneggiato un altro della pensilina con l’immagine di don Peppe Diana, il prete scout ucciso dalla camorra nel 1994 a Casal di Principe. Ultimo atto di una lunga serie di vandalismo e bullismo nel vasto quartiere nella periferia nord della città in cui da tantissimi anni alcuni residenti protestano anche per la mancanza di sicurezza. Dovuta alla presenza di ragazzini che si lasciano andare a gesti violenti o alla diffusione dell’uso di sostanze stupefacenti. Nella villa Falcone e Borsellino accade spesso che vengono trovate siringhe abbandonate,

 

 

 

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