Sono passati due mesi ed un giorno dalla terribile tragedia che ha ucciso tre lavoratori nello stabilimento di Casalbordino della Esplodenti Sabino. Al lutto per la perdita di tre colleghi per i lavoratori si è tornati nella drammatica situazione che ha funestato il Natale di tre anni fa. Lo stabilimento è sotto sequestro, le licenze sono state sospese e non possono lavorare, incertezza economica totale e in un periodo di forte crisi e difficoltà economiche l’assenza di lavoro e, quindi, di stipendi fa piombare in una situazione da incubo.
L’attesa dei lavoratori è tutta rivolta verso l’Inps e le possibilità di cassa integrazione. Come ribadito durante il recente incontro tra la Regione Abruzzo, rappresentanza guidata dal Presidente Marsilio, e l’Amministrazione Comunale di Casalbordino guidata dal sindaco Filippo Marinucci si sta valutando la possibilità della cassa integrazione ordinaria, se non fosse possibile con il sostegno della regione si punterà alla cassa integrazione straordinaria. Ma per ora nessuna risposta e nessuna certezza giungono dall’istituto previdenziale.
L’unico respiro economico è giunto dalla società con il pagamento dei tredici giorni di lavoro a settembre.