“Consumi idrici occulti”, il Tribunale di Vasto revoca decreto ingiuntivo di 14.500 euro

L’utente dovrà pagare un importo di soli 110 euro

Alessio Di Florio
24/06/2025
Attualità
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Il Tribunale di Vasto ha accolto il ricorso di un cittadino vastese nei confronti di un decreto ingiuntivo basato su una bolletta idrica considerata spropositata dall’utente. 14.500 euro era l’importo richiesto dalla Sasi al consumatore, un consumo apparso anomalo al ricevente che ha immediata inviato un reclamo alla società. Accolto solo parzialmente con la diminuzione dell’importo a 8.000 euro. Si è giunti, così, al decreto ingiuntivo e alla contestazione di fronte i giudici del foro vastese. 

Il cittadino vastese è stato assistito dallo studio legale Felice Raimondo, avvocato del foro di Campobasso e presente anche a Vasto, che ha dato notizia della sentenza subito dopo aver ricevuto la notifica lo scorso 20 giugno. 

Consumi idrici occulti” ovvero la dispersione idrica non rilevabile dall’utente, è stata la motivazione della lievitazione della bolletta e motivo della contestazione presso il Tribunale di Vasto. 

«Ai fini della conservazione della risorsa, laddove il gestore idrico rilevi un consumo anomalo in sede di raccolta della misura, è tenuto a darne comunicazione tempestiva all’utente interessato – hanno affermato i giudici vastesi – tutto ciò non è avvenuto e, per tali ragioni, anche in violazione di basilari precetti normativi (esecuzione in buona fede del contratto, condotta omissiva), il decreto ingiuntivo è stato revocato». Basandosi sul consumo storico il Tribunale di Vasto ha quindi rideterminato l’importo in soli 110 euro

«Questo risultato evidenzia la necessità di una verifica rigorosa dei presupposti richiesti per l’emissione dei decreti ingiuntivi, specialmente in presenza di consumi idrici anomali che non dipendono da malfunzionamenti del contatore o da comportamenti negligenti del consumatore – sottolinea lo studio legale Raimondo – l’acqua è un bene essenziale e va preservata con ogni mezzo che possa evitare dispersioni importanti come quella capitata nel caso di specie». «Collaborazione e trasparenza nel rapporto contrattuale – specialmente in zone che hanno un’alta percentuali di guasti idrici – sono alla base di questa prevenzione ma, soprattutto, le Carte dei Servizi dovrebbero fornire maggiori tutele nei confronti degli utenti che, in maniera del tutto ignara, ricevono fatturazioni di importi abnormi, trovandosi costretti a rivolgersi al Tribunale per tutelare i propri diritti» conclude l’avvocato Felice Raimondo. 

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