«Luoghi che, invece di rappresentare illegalità e sopraffazione, saranno simbolo di rinascita, dignità e inclusione sociale, verrà restituita alla collettività ciò che la criminalità aveva sottratto, un atto di giustizia e di speranza per il futuro» è la sintesi di Anna Bosco, assessora alle politiche sociali di Vasto, del percorso che sta portando avanti l’Amministrazione Comunale di Vasto per il riuso a fini sociali per il disagio abitativo di due beni confiscati in città alla criminalità organizzata.
Un primo passo è stato effettuato lo scorso 21 marzo con la delibera di assegnazione di un’abitazione sita in via Acquedotto delle Luci n. 38 a Vasto al programma “Housing First”, un’iniziativa volta a contrastare la grave marginalità attraverso l’inserimento abitativo stabile di persone senza dimora o in situazioni di disagio cronico. Un secondo passo è avvenuto in questi giorni con la delibera per l’utilizzo di un immobile in via Colli per realizzare un gruppo appartamento per persone con disabilità e promuovere un’azione di cohousing come previsto dalla Legge “Dopo di noi”. «I beneficiari saranno individuati in base ad una procedura di evidenza pubblica – rende noto l’Amministrazione Comunale - il progetto sarà cogestito con Anffas Onlus Vasto, riconosciuta partner del progetto in seguito a procedura ad evidenza pubblica posta in essere dal Comune. Il programma prevede anche di sostenere l’accesso dei beneficiari del mercato del lavoro oltreché la possibilità di sostenere un’esperienza di vita quotidiana senza il supporto della famiglia».
«Un ambizioso traguardo raggiunto per la prima volta dal Comune di Vasto per il progetto “Dopo di noi”. Una scelta dall’alto valore simbolico e sociale che permette la riconversione di un bene sottratto alla criminalità organizzata in favore della collettività ed un progetto sociale importante - ha sottolineato l’assessora alle Politiche sociali Anna Bosco - L'obiettivo è garantire la piena autonomia e inclusione sociale di queste persone, anche dopo la scomparsa dei genitori o dei familiari che si prendevano cura di loro. Questo spazio non sarà solo un’abitazione ma un luogo dove persone fragili potranno contare su supporti educativi, sanitari e sociali integrati, e su una rete costruita insieme con le famiglie e con il territorio. L’abitazione sarà personalizzata e dotata di tecnologie di domotica e interazione a distanza. Un ringraziamento agli organi giudiziari, alle forze dell’ordine, al dirigente e agli uffici dei Servizi sociali».
«Grazie all’edificio di via Colli riusciamo ad offrire degli spazi di residenzialità assistita a favore di persone disabili. Sempre più le famiglie cercano di evitare l’istituzionalizzazione in grandi strutture, prediligendo piccole comunità o residenze che promuovano l’autonomia e l’inclusione sociale - ha dichiarato il sindaco Francesco Menna - Siamo molto soddisfatti di poter utilizzare un immobile sottratto alla criminalità che consentirà di portare avanti un importante progetto sociale».
Foto: immobile di via Acquedotto delle Luci sequestrato ad esponenti dei Casamonica