San Teodoro di Amasea: il soldato martire, scampato all’ira delle fiamme

Il 7° febbraio la Chiesa celebra San Teodoro di Amasea: il Santo protettore dei militari e delle reclute

Roberta Mele
07/02/2022
Attualità
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Il 7° febbraio i fedeli cristiani affidano le loro preghiere a San Teodoro di Amasea: vissuto nel III secolo, fu un soldato arruolato nell’esercito romano, martire di Amasea e venerato nell’antichità, soprattutto, in Oriente.

Egli è il capostipite dei santi che portano questo significativo nome: Teodoro, cioè Dono di Dio.

A seguito della promulgazione di un editto, la sua legione riceve l’ordine di compiere sacrifici in onore della dea Cibele, madre degli dei, ma Teodoro, da buon cristiano si rifiutò di rinnegare il suo Dio, nonostante le numerose sollecitazioni; anzi, come segno di ribellione, mise fuoco al tempio pagano, situato al centro di Amasea.

Condotto in tribunale, venne torturato e gettato in carcere a morire di fame, punizione che non ebbe alcun effetto su Teodoro, tanto che scelse di rifiutare anche il bicchiere d’acqua e la porzione di pane concessagli ogni giorno.

Scampato, per miracolo, alla fame venne ricondotto in giudizio e condannato ad essere bruciato vivo.

A tal proposito, secondo una leggenda si racconta che Teodoro non subì l’ira delle fiamme, morì, infatti, senza percepire alcun dolore e rendendo l’anima a Dio.

Una donna di nome Eusebia chiese il corpo di Teodoro, lo cosparse di vino e altri unguenti, lo avvolse in un sudario e lo portò, da Amasea, in un suo possedimento ad Euchaita, distante un giorno di cammino, dove venne sepolto.

Sul luogo di sepoltura venne, in seguito, edificata una basilica frequentata dai pellegrini in visita al sepolcro di San Teodoro.

Il culto di San Teodoro si propagò rapidamente in tutto l’Oriente e successivamente nell’impero; molte furono le chiede erette in suo onore, nel corso dei secoli: la prima proprio ad Amasea, a Costantinopoli, a Ravenna, per poi arrivare a Roma, nell’VIII secolo, dove gli fu dedicata una chiesa sotto il Palatino.

Nel XIII secolo, come vuole la tradizione, in occasione delle nozze di Federico II di Svevia con Jolanda di Brienne, regina di Gerusalemme, celebrate nella cattedrale di Brindisi, le reliquie del corpo di san Teodoro furono spostate da Euchaita alla città pugliese.

Le spoglie, giunte avvolte in uno prezioso sciamito orientale, vennero collocate in un’arca rivestita di lastre d’argento che riportano episodi salienti della vita del Santo.

Le reliquie sono tuttora conservate in un’urna presso un altare della cattedrale di Brindisi, città della quale San Teodoro è patrono.

San Teodoro, considerato il suo percorso di vita, è stato proclamato dalla Chiesa il patrono dei militari e delle reclute.

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