La chiesa cattolica celebra Santa Giuliana di Nicomedia, protettrice degli ammalati e delle partorienti il 16 febbraio.
Il nome Giuliana deriva dal latino e significa “appartenente alla gens Julia”, una nobile famiglia romana.
Nelle rappresentazioni sacre Santa Giuliana è, sempre, raffigurata con una palma, dato che proprio la palma è il simbolo del martirio.
Nacque intorno al 285 a Nicomedia, in Turchia. Nella sua famiglia d’origine era l’unica che abbracciava la fede cristiana, poiché suo padre, era particolarmente devoto alle divinità pagane.
All’età di nove anni fu promessa in sposa al prefetto della città, un pagano di nome Eulesio; secondo quanto accordato dalle due famiglie, le nozze si sarebbero celebrate quando Giuliana avesse compiuto diciotto anni.
Il giorno delle nozze, la Santa dichiarò che avrebbe acconsentito al matrimonio solo se Eulesio si fosse battezzato, poiché non contemplava un unione con un uomo pagano;
Il promesso sposo, che temeva la potenza dell’imperatore, irritato dalle esigenze della giovane la denunciò e la fece comparire davanti al suo tribunale.
Nulla riuscì a mutare la sua decisione, né le sofferenze causate dalle torture, né la prigione;fu, dunque, condannata alla decapitazione consumando così il suo martirio.
L’iconografia, inoltre, la rappresenta spesso insieme ad un diavolo che la tormenta; di ispirazione fu una leggenda che riguarda la Santa durante il periodo di prigionia: si narra, infatti, che il tentatore le apparve in carcere, sotto forma di angelo, esortandola a compiere sacrifici agli dei così da porre fine ai suoi lunghi tormenti.
Con l'ausilio della preghiera Giuliana riconobbe, però, il demonio, gli legò le mani e lo gettò a terra costringendolo a seguirla sul patibolo.
La Chiesa scelse proprio la giornata del 16° febbraio per celebrare Santa Giuliana, poiché proprio in questa data le sue reliquie vennero spostate da Nicomedia a Pozzuoli, poi al momento dell'invasione longobarda sarebbero state messe al sicuro a Cuma, ed nel 1207 sarebbero state trasferite a Napoli. Ciò, infatti, spiega la diffusione del culto della Santa in tutta la Campania.