27 novembre 2025, sciopero europeo delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende riconducibili alla Rheinmetall e che in questo momento sono con il fiato sospeso a causa della decisione del gruppo tedesco di disimpegnarsi dal mondo civile e automotive dichiarando la vendita di tutti i siti riconducibili a queste attività, RIUSCITISSIMO. Un’azienda non in crisi visto che l’80% delle proprie attività è indirizzata al settore bellico, settore che in questo momento a causa della scelleratezza umana è più che fiorente. Se ciò non bastasse la Rheinmetall in Italia vanta una serie di commesse milionarie dal governo oltre alla collaborazione con la Leonardo che ricordiamo è un’azienda partecipata dallo Stato.
Evidentemente la Rheinmetall “non si accontenta”. Detto questo negli ultimi mesi abbiamo avuto serie difficoltà nel recepire informazioni, l’azienda ha evitato il confronto sindacale e solo quando è stato convocata presso il MIMIT ha dovuto confrontarsi ma, praticamente dichiarando il nulla di nuovo. Abbiamo ottenuto comunque l’impegno dell’apertura di un tavolo ministeriale con confronto periodico e nel quale l’azienda ha preso impegno ad illustrare i piani dei papabili nuovi acquirenti prima di prendere decisioni definitive.
L’atteggiamento aziendale: pochi giorni prima del tavolo ha avviato una procedura ex art 47 legge 428/1990 per la cessione alla Rheinmetall dello stabilimento sito in Fossacesia (tagliando fuori quello Pierburg), senza avere l’accortezza di attendere lo svolgimento del tavolo presso il MIMIT, e a solo due giorni da questo, dopo non aver detto nulla di concreto sul tavolo, anzi notizie contrastanti rispetto alle dichiarazioni del CEO Papperger, l’azienda ha comunicato una nuova assemblea in plenaria con le lavoratrici e i lavoratori, scavalcando nuovamente le normali relazioni previste in Italia.
Come organizzazioni sindacali abbiamo sempre temuto uno spezzatino, loro ci hanno sempre risposto che ci sarà una vendita in blocco ma i fatti parlano chiaro: In un’assemblea plenaria a Lanciano ai lavoratori sono state dichiarate le cessioni di circa 40 aziende per 16000 lavoratori nel mondo, al MIMIT l’azienda ha dichiarato la volontà di voler cedere 20 aziende per 7800 lavoratori, qual è il numero corretto? Che fine hanno fatto le altre aziende e gli altri lavoratori?
Il CEO ha dichiarato la volontà di concretizzare la vendita entro dicembre 2025, invece, sul tavolo ministeriale l’AD ha dichiarato che questa avverrà mesi del 2026. Poi la notizia di ieri, pare che lo stabilimento spagnolo di Abadiano sia uscito dal gruppo delle aziende in vendita, che fine fa? Perché?. Nonostante questi atteggiamenti la dirigenza Pierburg è preoccupata solo per gli affari, senza pudore insistono per ottenere a tutti i costi dei sabati di lavoro straordinario per rispettare dei tempi di consegna, bhe, non ci stiamo, in quello stabilimento, per oltre 40 anni le lavoratrici e i lavoratori hanno dato tutto quello che potevano e anche oltre, oggi sono lautamente ringraziati con una profonda incertezza per il futuro.
Nei stabilimenti italiani della Pierburg c’è un blocco di tutte le flessibilità e nonostante questo, senza certezze sul futuro, tutti continuano a svolgere con serietà il proprio dovere, chiedere lo straordinario significa superare i limiti di decenza, in questo momento non ce ne sono le condizioni. Meglio non va nelle altre aziende fuori Italia, apprendiamo dei comunicati del CAE e IG Metall che la situazione è identica, ad oggi nessuna certezza per i livelli occupazionali e nessuna certezza per il futuro. Chiediamo allo Stato di richiamare la Rheimetall alla responsabilità sul nostro territorio e al rispetto dei livelli di discussione, tavoli istituzionali e rappresentanti dei lavoratori.