Don Sauro Gabriele Moro, una vita sacerdotale trasfigurata dalla croce

Maria Napolitano (Parrocchie31.it)
22/07/2025
Attualità
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Nella notte di domenica 20 luglio 2025, alle ore 23, Don Sauro Gabriele Moro ha concluso il suo pellegrinaggio terreno tornando alla casa del Padre, dopo aver affrontato una lunga malattia vissuta con fede incrollabile e silenziosa santità.

La camera ardente è stata aperta lunedì 21 luglio nel Seminario di Macerata, e i funerali si sono svolti nella Chiesa dello stesso Seminario.

Il vescovo, i sacerdoti, i diaconi e tutta la comunità si uniscono nella preghiera, esprimendo profondo cordoglio alla famiglia e a chi ha avuto la grazia di accompagnarlo nel suo cammino.

Nel pomeriggio di martedì 22 luglio, alle ore 16, nella Chiesa di San Giuseppe a San Salvo verrà celebrata una Messa in suffragio di Don Sauro Gabriele Moro, sacerdote amato e testimone di fede vissuta nella sofferenza.

A presiedere la celebrazione sarà S.E. Mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, che ha voluto essere presente per rendere omaggio a un confratello che ha incarnato il ministero sacerdotale come offerta e servizio, anche nella malattia.

“Allora vennero da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo farlo arrivare fino a lui a causa della folla, scoprirono il tetto sopra il luogo dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, veduta la loro fede, disse al paralitico: Figlio, ti sono perdonati i peccati.” (Mc 2,3-5)

Questa Parola diventa icona perfetta di Don Sauro: sostenuto dal prossimo, curato con amore, ma anche lui capace di portare — spiritualmente — tanti cuori bisognosi davanti a Cristo.

Nato il 6 marzo 1954, e ordinato il 10/5/2003, don Sauro ha speso la sua vita al servizio della Chiesa e delle anime. Dal 2005 al 2012 ha collaborato attivamente con la parrocchia di San Giuseppe a San Salvo, diventando un pilastro per la comunità e un sostegno prezioso per il Cammino Neocatecumenale, accompagnando con amore molti fratelli e sorelle nel loro cammino di fede. Vedere don Sauro celebrare la messa nonostante la malattia toccava profondamente il cuore di chi vi partecipava.

La sua esistenza non è stata priva di sofferenze: un’aggressione l’ha costretto a trascorrere un periodo di cura con la sorella a Termoli, e il progressivo avanzare della malattia di Corea lo ha poi condotto al Seminario Redemptoris Mater di Macerata. Lì ha trovato rifugio, fraternità e una casa spirituale che lo ha accolto fino all’ultimo giorno. Nonostante le difficoltà, Don Sauro è rimasto una presenza viva e luminosa per tanti. Anche quando il corpo gli ha impedito di essere fisicamente tra i fedeli, il suo spirito non ha mai smesso di servire, di pregare, di offrire la sofferenza per la Chiesa e per ogni anima bisognosa di luce.

La vita di Don Sauro è stata una testimonianza silenziosa ma potente di come la sofferenza, accolta in Cristo, possa diventare fonte di santificazione. In ogni respiro segnato dalla malattia, ha trasfigurato il dolore in offerta, diventando sacramento vivente della misericordia divina.

Rimanga il suo esempio come luce che guida, come seme che continua a germogliare nelle anime che ha incontrato.

Ora che riposa tra le braccia del Padre, siamo certi che intercederà ancora per tutti noi.

 

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